di Bruno Berti
Un tavolo, uno striscione, un po’ di sedie e subito dietro il cantiere (un fazzoletto di asfalto che custodisce anche una vecchia auto, sequestrata, ci dicono i guerrieri anti antenne 5G) con una recinzione precaria che custodisce barre di metallo arrugginite: la testimonianza, per ora bloccata, del sogno di realizzare un’antenna per la diffusione del segnale 5G per i cellulari. Questo lo sfondo, nello slargo in fondo a via Val Pusteria, della conferenza stampa dei comitati riuniti in Stop5G Empoli, in cerca di sponde politiche e del modo per coinvolgere anche i Comuni nella loro battaglia. Infatti, chiedono ai partiti che sono d’accordo con le loro proposte di farsi avanti. In questo quadro c’è già una disponibilità di Leonardo Masi di Buongiono Empoli e, in campagna elettorale, quella di Poggianti, guida del Centrodestra per Empoli. Sul fronte dei Comuni c’è da ricordare che Empoli sta preparando il Regolamento per il 5G, strumento più incisivo del Piano attuale perché può prevedere aree in cui non si possono piazzare le antenne.
Domani, poi, in consiglio comunale sarà fatto il punto sui campi elettromagnetici ‘creati’ delle antenne. Per quel che riguarda quella di via Val Pusteria, poi, al momento è tutto fermo. Apre l’incontro Tiberio Tanzini, esponente storico della sinistra oltre il Pd e del Comitato di Borgo, che attacca subito il salto di qualità, e quantità, nei limiti di tolleranza delle emissioni delle apparecchiature per il 5G, che per i limiti elettromagnetici passa dai 6 volt al metro ogni 6 minuti attuali alla possibilità di arrivare a 15. Il rappresentante dei comitati ricorda anche la decisione della Regione di avviare uno studio sulle conseguenze dal punto di vista sanitario dell’esposizione alle apparecchiature per il 5G. Il consiglio comunale, poi, si è dichiarato contrario all’aumento a 15 volt al metro. "Questo è un dato importante, ma vorremmo un provvedimento più incisivo nella direzione giusta – dice Tanzini –. Dal nostro punto di vista, poi, sappiamo che al momento non c’è molta attenzione al problema del 5G, ma, come spesso accade, grazie all’impegno dei comitati, la percezione del problema diventa diffusa, fino a farsi senso comune. Chiediamo anche che la valutazione dell’esposizione al 5G sia compiuta su animali. Gli studi compiuti finora sono discutibili. Al Comune chiediamo di precisare un po’ meglio la posizione, con l’obiettivo di tornare ai 6 volt al metro ogni sei minuti. Puntiamo anche a un’ordinanza contro i 15 volt al metro per sospetto di danni alla salute. I sindaci, in qualità di autorità sanitaria locale, possono farlo".
Anche se poi ci possono essere ricorsi al Tar. "Non voglio uno o più pali vicino a casa – dice Andrea Greco del Comitato di via Val Pusteria – e sulla regolamentazione penso che il problema riguardi comunque tutti". Il suo ‘collega’ Roberto Verdiani invoca il principio di precauzione: "Bisogna essere sicuri sui temi della salute". Sara Riguccini di Mamme a tutto gas parla di assist alle compagnie telefoniche. "Siamo cavie, mentre in altri Paesi si continua ad applicare il criterio dei 6 volt al metro. E ora si possono installare antenne anche vicino alle scuole. E anche a Casenuove sorgerà una nuova antenna". Gli anti 5G sanno anche poi che le società che gestiscono il servizio possono rivolgersi ai privati. "Per questo dobbiamo sensibilizzare i cittadini e spingere anche gli altri Comuni per interventi ad hoc". E allora i comitati propongono giovedì 3 ottobre alle 21.15 al Teatro Il Momento di Empoli un dibattito su “5G e rischi per la salute. Aspetti scientifici e giuridici“. Interverranno l’avvocato Tiziana Vigni, ambientalista, il dottor Stefano Gandus, specializzato in pediatria e oncologia, e il dottor Livio Giuliani, biofisico.