BRUNO BERTI
Cronaca

Amarcord Festa dell’Unità Dai fasti con Veltroni e Violante a Dalla in concerto allo stadio

La manifestazione durava un mese e monopolizzava tutta l’area del Palazzo delle Esposizioni. In tutti i comuni dell’Unione si continua a fare, solo a Empoli è stata sostituita dal Dem Festival.

Amarcord Festa dell’Unità Dai fasti con Veltroni e Violante a Dalla in concerto allo stadio

di Bruno Berti

Nel panorama delle feste dell’Unità della nostra zona, manca Empoli. Se si scorre l’elenco delle feste sul sito regionale del Pd, infatti, si trovano citati, per l’Empolese Valdelsa, solo dieci comuni, e l’undicesima che manca è proprio quella del capoluogo, Empoli appunto. Negli anni del fulgore del cosiddetto partitone, dalla Festa dell’Unità, per definizione nell’area del Palazzo delle Esposizioni, passarono, citando a memoria, segretari nazionali del partito, ad esempio Veltroni (mai Berlinguer), un presidente della Camera, Luciano Violante, accompagnato dall’allora direttore generale della Rai (erano i tempi del Pds al governo, il primo Prodi) e gente di spettacolo.

Memorabile a questo proposito il concerto di Lucio Dalla, ovviamente allo stadio perché l’area del Palaesposizioni non poteva certo ospitare la quantità di persone che voleva ascoltarlo. Dal punto di vista della propaganda, come si diceva allora, segnaliamo l’uso dei manifesti in formato gigante, quelli sei metri per tre (tema la lotta al riarmo), in questo battendo sul tempo l’utilizzatore principe, Berlusconi.

Nei dibattiti, poi, c’era un’ampiezza di vedute. A metà anni ’80 partecipò a un dibattito economico, per la prima volta, anche il presidente della sezione locale di Confindustria, Aldo Nassi, il patron della Syrom. In seguito, dal Palaexpo la festa si era trasferita prima nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo di Avane e quindi nella zona del parco di Serravalle. Poi la fine. A parte gli oggettivi cambiamenti nei partiti in generale e degli epigoni del Pci fino alla nascita del Pd in particolare, come un forte calo degli iscritti, un crollo della militanza e l’arrivo di dirigenti nuovi, geneticamente diversi da quelli del ‘partitone’ e dei suoi immediati successori (Pds e Ds), ci sono da considerare anche questioni di tipo pratico che non si potevano più superare a colpi di sacrifici o con la forza di volontà.

A questo proposito basta ascoltare il segretario della federazione del Pd, Jacopo Mazzantini, e il suo collega empolese, Lorenzo Cei. Il primo sottolinea il venir meno della possibilità di usare le strutture di Serravalle in una sorta di staffetta politico-sociale che vedeva come fruitori delle attrezzature, diciamo così, realtà del volontariato, come le Pubbliche Assistenze, e della politica sociale, come Ottobre Rosso, oltre al Pd naturalmente. Il quadro adesso è cambiato e il Pd da solo, per i cambiamenti nella militanza che abbiamo citato, ha preferito darsi da fare con il Dem Festival, un concentrato di dibattiti politici e culturali, con presentazione di libri, che ha avuto buoni riscontri di pubblico.

E’ chiaro che non è più un’iniziativa da tre, o quattro, settimane di durata con un ristorante, una pizzeria, punti di ristoro assortiti e mostre di imprese che proponevano i loro prodotti, a partire dalle auto. Per esser chiari, non è che i concessionari fossero comunisti, semplicemente avevano visto le possibilità offerte da un’iniziativa in cui si riversavano non solo militanti e simpatizzanti del partito (tutt’altro che pochi in città: il top del Pci fu nel 1975 con il 65% dei voti) ma anche cittadini comuni che non avevano particolari opinioni politiche o che la pensavano in maniera diversa.

Lorenzo Cei aggiunge: "Credo si possa dire che è cambiata la domanda. Non si fanno più feste di 30 giorni e comunque non si andrebbe più in massa tutti i giorni alla stessa manifestazione, come accadeva per la Festa dell’Unità. Senza contare norme e regolamenti sempre più stringenti che hanno reso sempre più difficile il cammino di chi realizza certe iniziative". Soprattutto se non la fa per mestiere.