
EMPOLI
Un gran trambusto, caos e momenti di tensione. Per un paio di giorni il pronto soccorso del San Giuseppe di Empoli si è trovato ’ostaggio’ delle intemperanze di una 19enne che, a quanto appreso, soffre di disturbi psichici. La giovane nell’arco di ventiquattrore è entrata e uscita più volte dal reparto di emergenza urgenza, in un caso è anche fuggita senza attendere che le venissero prestate le cure del caso. Tutto è iniziato nella giornata di venerdì quando la giovane è arrivata in pronto soccorso accompagnata da un’ambulanza. In base a quanto ricostruito, a chiamare il 118 sarebbero stati dei vicini di casa della ragazza. Sarebbe stata una lite con il fidanzato a preoccupare il vicinato, che ha quindi allertato le forze dell’ordine e quindi i sanitari del 118.
Già nel corso del primo accesso in ospedale la ragazza ha però rifiutato le cure specifiche e qualsiasi colloquio con lo specialista. In giornata è stata quindi dimessa e ha fatto rientro a casa. L’indomani, cioè ieri, la 19enne si è ripresentata di nuovo in pronto soccorso in evidente stato di agitazione. I suoi comportamenti fuori controllo hanno dato un bel po’ da fare ai sanitari. La giovane ha iniziato ad essere aggressiva e violenta. Per fortuna nessuno si è fatto male, né si sono registrati danni all’interno dei locali. Ad un certo punto si è anche allontanata dalla struttura ospedaliera. Con l’aiuto della polizia municipale è stata rintracciata e riportata al San Giuseppe dove finalmente è stata ’convinta’ a rimanere sotto osservazione nel reparto di psichiatrica. Il pronto soccorso, per sua natura, è uno di quei ’fronti’ soggetti a forte pressione.
Negli ultimi tempi, però, i casi di pazienti di difficile gestione sono particolarmente aumentati. Aggressioni verbali e fisiche sono spesso denunciate da chi opera sul campo. Un altro caso recente è avvenuto in una struttura residenziale a bassa intensità di cura, nel comune di Gambassi Terme. Un utente, inserito in un percorso di cura riabilitativo, si è scagliato contro un’infermiera che le stava somministrando la terapia, e due operatrici sanitarie sono state costrette a chiamare il 112 per essere aiutate a gestire la persona. I sindacati denunciano da tempo l’aumento di casi di aggressione ai danni del personale sanitario, chiedendo più tutele.
Irene Puccioni