
Allarme dopo le gelate "Le viti hanno sofferto Il bilancio dei danni si farà dopo Pasqua"
di Francesca Cavini
"Le gelate di questi giorni, almeno fino al 10 aprile, pongono a serio rischio le nostre produzioni vitivinicole. L’auspicio è che non si ripeta un disastro come quello vissuto nello stesso periodo del 2021, quando il 30 per cento circa dei raccolti andò perso". Il timore espresso nei giorni scorsi da Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini di Montespertoli, era fondato. Ieri notte la colonnina del mercurio è scesa sotto lo zero anche in alcune zone della Valdelsa e dell’Empolese.
"Il freddo e le gelate – osserva Baragli – si protrarranno fino a Pasqua inoltrata. La soglia dell’attenzione è altissima, anche perché la vera anomalia è costituita da questi inverni sempre più caldi, che determinano lo sbocciare in anticipo dei germogli. Il freddo sotto lo zero li induce ad abortire e recuperarli diventa praticamente impossibile".
L’aria fredda dai Balcani sta mettendo a dura prova le colture, in particolare la vite.
"E’ vero – prosegue Baragli – è quella che patisce maggiormente questi sbalzi termici, anche perché sono più frequenti nelle zone interne della Toscana, quelle che ospitano la maggior parte delle coltivazioni".
Ha avuto riscontri dopo la gelata di ieri notte?
"Chi aveva messo le barbatelle ha avuto danni perché sono le piante che stanno più in basso e ci sono zone dove si è arrivati anche a - 4 gradi. Ma i danni al momento non sono assolutamente quantificabili. Un paio di consiglieri mi hanno scritto che in alcune delle nostre zone i danni ci sono stati, soprattutto nelle aree più in basso".
Quali vitigni hanno sofferto di più?
"Nel chianti abbiamo poco Trebbiano e in genere non subisce danni. E’ il Sangiovese che, a seconda delle altezze, può essere danneggiato. Le centraline di rilevazione con cui i nostri soci controllano le temperature hanno registrato fino a - 5, ma a duetrecento metri le temperature non erano così negative".
Sono stati accesi i fuochi per riscaldare l’aria e proteggere le vigne?
"Sì, qualcuno lo ha fatto. Hanno utilizzato i sarmenti raccatati nella vigna e li hanno accesi.Anche se da noi non è una pratica comune".
E come ci si tutela allora?
"Moltissime aziende si sono assicurate per i danni da gelo, hanno una franchigia alta ,ma chi è previdente almeno così sul lastrico non ci finisce. Noi non abbiamo ancora protezioni tecniche, e gli agricoltori si assicurano. Esistono prodotti che proteggono dai ribassi tecnici con cui si trattano i germogli e questi rimedi limitano i danni se si scende di 1 o 2 gradi sotto zero, ma se si va sotto di 4 o 5 non servono a nulla".
E per quello che riguarda le altre colture come è andata?
"Rischia di non andare molto meglio per gli orticoltori: alcune produzioni, come quelle legate alla colture agricole di pieno campo, potrebbero essere penalizzate. Un trend simile si registrerà senz’altro anche per gli alberi da frutto (pomacee, in particolare) e in parte per i vivaisti, molti dei quali hanno già posizionato larga parte delle piante all’esterno".