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CARLO BARONI
Cronaca

Addio a don Simon. Era fuggito dal genocidio in Ruanda

Aveva 73 anni e nel suo Paese aveva vissuto la tragica esperienza degli eccidi. All’arrivo in Italia prestò servizio alla Collegiata a fianco di monsignor Lazzeri

Don Simon Habyalimana
Don Simon Habyalimana

Fucecchio, 14 aprile 2023 - La prima parrocchia dove aveva prestato servizio, una volta arrivato nella diocesi di San Miniato, fu quella di Fucecchio. Ad accogliere don Simon Habyalimana – morto a 73 anni a Orentano – era stato monsignor Idillio Lazzeri. Don Simon è morto nella tarda serata di martedì. Era nato a Kiliba in Rwanda il 27 febbraio 1950 e venne ordinato sacerdote a 25 anni il 3 agosto 1975. Don Simon, da tempo, era ospite della Rsa “Madonna del Rosario” di Orentano, dove svolgeva anche servizio come cappellano.

La salma è esposta nella cappella della Casa di Riposo di Orentano. Le esequie, presiedute dal vescovo Giovanni Paccosi, si terranno oggi alle 15, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire che è proprio prospiciente alla stessa Rsa.

Don Simon era giunto in Italia dopo aver vissuto la tragica esperienza degli eccidi in Ruanda (a metà anni Novanta) e dei campi profughi in Zaire. Della tragedia del suo Paese natale aveva parlato a lungo difendendo l’impegno della chiesa cattolica e dei sacerdoti. "È stata una guerra imposta dall’esterno, cioè dal Fronte Patriottico Ruandese che dall’Uganda aveva invaso il Rwanda facendo più di un milione di profughi – aveva scritto don Simon alle soglie degli anni Duemila –. Unica salvezza quindi la fuga, l’abbandono della propria terra, delle proprie cose, altrimenti il fronte avrebbe ucciso gli intellettuali e gli operatori economici per soggiogare la massa priva di istruzione. In questo senso erano perseguitati soprattutto i sacerdoti cattolici. Infatti – ricordava – sono stati uccisi 4 vescovi e oltre 100 sacerdoti, religiosi e religiose. Dal ‘90 al ‘98 questi massacri furono continuamente operati dal regime".

Molti sacerdoti furono calunniati e imprigionati dal regime, infine vennero anche assolti perché riconosciuti innocenti. Così anche don Simon fu costretto a scappare e con altri sacerdoti raggiunse l’Italia e la diocesi di San Miniato. Infatti don Simon aveva avuto contatti con la nostra diocesi fin dai tempi degli studi romani, quando era ancora giovane sacerdote. Possedeva titoli accademici di Patristica e oltre alle lingue antiche e bibliche padroneggiava un certo numero di lingue moderne. Arrivato fu accolto a Fucecchio. Successivamente ha prestato servizio a San Miniato Basso, Staffoli, Pieve a Ripoli, San Miniato e infine nella Rsa di Orentano.