Adattare la gara ai partecipanti "Non conta vincere una partita l’importante è stare bene insieme"

All’evento finale a Roma del progetto “Sport Inclusivo“ protagonista anche il Centro Giovani Avane. Il rappresentante Yuri Stabile ha condotto un laboratorio su come rendere un’attività aperta a tutti .

Adattare la gara ai partecipanti  "Non conta vincere una partita  l’importante è stare bene insieme"

Adattare la gara ai partecipanti "Non conta vincere una partita l’importante è stare bene insieme"

di Simone Cioni

Gioco, confronto e tanto divertimento con un unico comun denominatore: l’inclusione. Questo in estrema sintesi quanto vissuto dalla delegazione empolese del progetto “Social Sport“ del Centro Giovani Avane della cooperativa sociale Il Piccolo Principe, all’evento finale a Roma di “Sport Inclusivo“ promosso dalle Polisportive Giovanili Salesiane e finanziato dal Dipartimento dello Sport. "E’ stato veramente bello perché hanno partecipato circa 400 ragazzi da tutta italia – esordisce il rappresentante del “Calcio Sociale“ di Empoli, Yuri Stabile – che grazie all’attività svolta dai circa 70 centri presenti hanno potuto sperimentare numerose discipline dal fioretto, all’equitazione, passando per il judo e il rugby senza contatto o il tchoukball, portato proprio da noi dopo l’ultima collaborazione nata con i Wallers Empoli".

Oltre alla pratica sportiva sono stati organizzati anche dei laboratori, tra cui uno tenuto proprio da Yuri Stabile: "Era intitolato “Sport sociale sport adattato“ e abbiamo chiesto ai circa quaranta partecipanti di portare ognuno la propria esperienza di sport inclusivo per capire che caratteristiche dovrebbe avere lo sport per essere veramente aperto a tutti".

"Anche perché – prosegue Stabile – per inclusione non si intende soltanto permettere di giocare a persone disabili, ma significa coinvolgere ragazzi con delle difficoltà relazionali, persone emarginate o arrivate magari da poco tempo nel nostro paese, o ancora che non hanno possibilità di fare sport perché magari non troppo dotati. E la cosa più bella che è emersa da questo evento è il fatto che qualsiasi disciplina sportiva può essere adattata ai partecipanti cambiandone appositamente le regole, come fatto per esempio con il rugby senza contatto, totalmente l’opposto del rugby normalmente inteso. Proprio questo avvicinarci a varie discipline ci ha stimolato a lavorare ancora su più fronti perché il nostro progetto, partito dal calcio, diventi sempre più sportivo a 360 gradi".

Diciotto i ragazzi che sono partiti da Empoli, compresi i fondatori del Calcio Sociale, e che hanno vissuto una giornata davvero intensa ed emozionante, che difficilmente dimenticheranno: "Hanno provato con curiosità tutte le attività proposte – conclude Stabile – e quasi tutti si sono innamorati del floorball, una sorta di hockey senza pattini all’interno di un campo di calcetto. Siamo tornati con la consapevolezza che bisogna ripensare lo sport principalmente come un gioco, senza la pressione del risultato, per dare a tutti la possibilità di sentirsi davvero parte integrante di un gruppo, ciascun con il suo tempo e nelle proprie possibilità. Per esempio noi abbiamo dei ragazzi che vengono da Pistoia e si fanno un sacco di chilometri per non entrare nemmeno in campo, ma il solo fatto di esserci li riempie di gioia e li fa tornare a casa contenti. Ecco questa è la nostra vittoria più bella perché la partita che vogliamo vincere e quella più importante: riuscire a stare bene insieme".