"Abbiamo paura a denunciare: ci sentiamo soli"

Alessandro Cresci, rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Asl Toscana Centro, solleva preoccupazioni sull'aumento delle aggressioni verbali al personale sanitario a Empoli. La sottodenuncia e la mancanza di supporto legale e psicologico sono ostacoli alla tutela dei lavoratori.

EMPOLI

"Offese, denigrazioni gratuite e aggressioni verbali sono il nostro pane quotidiano. Abbiamo imparato per necessità a scendere a compromessi, a non farci caso anche se l’offesa ci colpisce personalmente e non professionalmente. Ma è giusto? E’ giusto che, se la sanità non dà risposta e l’utenza non riceve un servizio congruo alle aspettative, l’operatore diventi il bersaglio?" Se lo chiede Alessandro Cresci, rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Asl Toscana Centro. "Abbiamo ricevuto 350 segnalazioni di aggressione nell’arco del 2023 come Asl Toscana Centro - dichiara Cresci - Il 30 per cento (105, ndr) interessano l’ospedale San Giuseppe di Empoli. Ma quello che viene denunciato è solo la punta dell’iceberg. Ci sono ancora troppi ostacoli legati all’iter burocratico, che spingono i colleghi a non formalizzare quanto accaduto. In primis, io, operatore aggredito, mi dovrei far carico in prima persona delle spese legali. Senza contare i tempi biblici che dovrai attendere per avere giustizia. E c’è un altro aspetto importante che spinge la parte offesa a non denunciare: ci sentiamo soli. Una solitudine che si avverta in corsia, ma anche fuori dal lavoro. Siamo riconoscibili con nome e cognome sulla divisa. Una volta finito il lavoro, rintracciabili perchè all’avvocato dell’ipotetico aggressore arrivano i nostri dati, indirizzo compreso. Chi ci tutela, chi ci protegge a lavoro e a casa?".

Eppure l’ospedale è un luogo prezioso per la comunità e chi ci lavora svolge una funzione essenziale. Una funzione che va tutelata. Sono ancora poche le segnalazioni che si traducono in denuncia, per una serie di motivi tra i quali quelli citati. "Si dovrebbe riuscire a semplificare, ad agevolare l’iter e far sentire meno sola e maggiormente tutelata la vittima - conclude l’infermiere, delegato Fp Cgil - Forse i dati cambierebbero. Sembrano numeri piccoli ma ciò non significa che il problema non esista, anzi. Dobbiamo capire la percentuale di chi preferisce non denunciare per analizzare il fenomeno a 360°. Fenomeno che comunque è in crescita".

Y.C.