"A 27 anni ho perso la mano a una pressa"

EMPOLI "Erano le 17,55 del 14 luglio 1967. Una data scolpita sulla pelle". Evaretto Niccolai, fucecchiese, ai tempi aveva...

"A 27 anni  ho perso la mano a una pressa"

"A 27 anni ho perso la mano a una pressa"

EMPOLI

"Erano le 17,55 del 14 luglio 1967. Una data scolpita sulla pelle". Evaretto Niccolai, fucecchiese, ai tempi aveva 27 anni e da 12 lavorava in una conceria di Santa Croce sull’Arno. A casa, una moglie e due bimbi in fasce. Dell’incidente che gli ha cambiato la vita parla ai ragazzi del Pontormo con la voce rotta dall’emozione, nonostante siano passati quasi 60 anni. "Stavo lavorando ad una pressa con tre rulli. Il macchinario ad un tratto mi prende entrambe le mani. La destra la salvo subito. Non perdo coscienza, spengo il motore e scappo nel piazzale dove poi cado a terra". Tredici mesi in ospedale, altrettanti interventi per salvare il braccio sinistro, mentre la mano è una ferita ancora aperta. Un handicap che a 84 anni, il presidente dell’associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) di Firenze non nasconde ed ha imparato ad accettare.

"Indosso un guanto, le dita sono state ricostruite - ha raccontato all platea di studenti - Ma la pelle è sensibile al freddo e al sanguinamento. Da solo non posso allacciarmi le scarpe o abbottonarmi la camicia". Ogni volta che un giovane perde la vita sul lavoro, Niccolai ha i brividi e rivive quei momenti dolorosi. "Ho sofferto, ma oggi sono qua a fare sicurezza nelle scuole e nelle aziende. A parlare ai ragazzi come voi. Prendetevi cura della vostra sicurezza, tutelatevi, lottate per i vostri diritti. Pensate al futuro che avete davanti e dedicatevi alla prevenzione come non ho avuto modo di fare io".

Y.C.