Distretti toscani, l'export torna ai livelli pre-Covid: +40% camperistica e florovivaismo

Ma sul 2022 pesano incertezza e rincari delle materie prime

Lavoro

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Firenze, 4 aprile 2022 – Incertezza e rincari delle materie prime. Questi i fattori che più incidono sui distretti toscani in questo inizio 2022. Di per sé, infatti, l'esposizione diretta al conflitto russo-ucraino, come ha già rilevato l'Irpet, in termini di import-export risulta limitata. Come si legge nell'ultimo Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, la Russia e l’Ucraina rappresentano l’1% dell’export distrettuale toscano con percentuali maggiori per il distretto del mobile imbottito di Quarrata (3,7%), per le macchine per l’industria cartaria di Lucca (3,1%) e 2,7% per le macchine per l’industria tessile di Prato (2,7%). In termini di importazioni il peso scende allo 0,3% con quote più rilevanti solo per il distretto della concia e calzature di Santa Croce legato all’acquisto di particolari pellami dall’Ucraina.

L'impatto di queste tensioni a livello internazionale mette però a rischio il rilancio delle esportazioni distrettuali toscane, che nel 2021 hanno recuperato i livelli pre-Covid. In dettaglio, grazie a un rimbalzo del +29,1%, le esportazioni hanno toccato i 21,2 miliardi di euro, superando di oltre 700 milioni il valore del 2019 (+3,8%). Gli aumenti più alti si registrano nella camperistica della Val d'Elsa, con un +40,5% e oltre 987 milioni di euro di esportazioni, e nel distretto florovivaistico di Pistoia, con +40,6% e 377 milioni di euro esportati. In termini di volumi, è la pelletteria e calzature di Firenze a pesare di più, con quasi 6,3 miliardi di euro di prodotti esportati nel 2021.

L'andamento nei settori

Il sistema moda è riuscito a riportarsi sui livelli del 2019, mostrando andamenti eterogenei tra le specializzazioni distrettuali. Bene l'oreficeria di Arezzo (+23,5%), la pelletteria e calzature di Firenze (+0,8%), l'abbigliamento di Empoli (+0,2%), mentre soffrono ancora tessile e abbigliamento di Prato (-4,9% rispetto al 2019) e la concia e calzature di Santa Croce (-14,9% rispetto al 2019).

Si confermano positivi i risultati per la filiera agroalimentare con esportazioni superiori al 2019 in tutti i distretti: i vini dei colli fiorentini e senesi (+14,8% rispetto al 2019) rafforzano le relazioni con il mercato nordamericano che costituisce circa la metà delle vendite all’estero (+2,2% verso 2019; +15,3% verso il 2020), il distretto dell’olio toscano conferma il livello del 2020 con circa 640 milioni e una crescita del 12% rispetto al 2019, e il florovivaismo di Pistoia, dopo la buona tenuta nel 2020 (7,6%), rafforza ulteriormente la crescita nelle esportazioni (+40,6% nel 2021) in modo diffuso verso tutti i principali mercati di sbocco e in particolare europei.

Particolarmente positivo il risultato per il settore dei mezzi di trasporto, che si è avvicinato ai 2 miliardi di vendite all’estero grazie alla crescita nei distretti della camperistica della Val d’Elsa (+40,5% rispetto al 2019) e della nautica di Viareggio (+29,1%).

Anche il comparto della meccanica si è riportato pienamente sopra i livelli del 2019 sia per il distretto delle macchine per l’industria tessile di Prato (+11,5%), sia per le macchine per l’industria cartaria di Lucca (+4,3%)

Il comparto del sistema casa complessivamente mostra un ritardo in termini percentuali più rilevante con un calo del -4,0% maturato sia nel distretto del marmo di Carrara (-4,2% rispetto al 2019), sia nel mobile imbottito di Quarrata (-2,3%).

I poli del settore farmaceutico e del biomedicale, infine, dopo la forte crescita del 2020 (+26,2%), si confermano trainanti per l’economia toscana e mostrano variazioni positive nelle esportazioni sia per il polo della farmaceutica toscana (+3,7% nel 2021), trainato in particolare dai risultati della provincia di Siena (+47%), sia per il biomedicale di Firenze (+26,6%).

«I numeri del 2021 ci descrivono un sistema economico in ripresa, con le imprese toscane capaci di valorizzare le filiere di prossimità”, commenta Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo. “Oggi l’aumento dei costi di produzione legati all’approvvigionamento di energia e delle materie prime, insieme alle tensioni geopolitiche internazionali modificano il contesto e spingono l’intero sistema – prosegue Nocentini – ad adoperarsi per mantenere accesi i motori delle imprese. Ad esse il nostro gruppo offre nuove misure finanziarie immediate, soprattutto per le pmi energivore e quelle il cui fatturato potrebbe risentire maggiormente di un calo delle esportazioni, oltre ad accompagnarne gli investimenti verso la transizione digitale, ambientale ed energetica”. "Nell’arco del piano d’impresa 2022-2025 - conclude il direttore regionale Toscana e Umbria - intendiamo supportare l’economia reale con un programma dedicato alle iniziative del Pnrr, mettendo a disposizione oltre 400 miliardi di euro di nuovi finanziamenti a medio-lungo termine, di cui 270 a favore del mondo delle imprese”.