COSIMO ROSSI
Economia

Referendum, chi dice No. “Le leggi si cambiano in Parlamento”

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: noi andremo a votare. “Ma la maggioranza è unita, ci sono molte forme di dissenso”

Referendum, chi dice No. “Le leggi si cambiano in Parlamento”

Roma, 4 giugno 2025 – Onorevole Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, perché siete l’unica forza di maggioranza che invita a votare No invece che all’astensione?

“Intanto la posizione di tutto il centrodestra è comune. Riteniamo tutti che i 5 quesiti siano sbagliati nel merito, anche perché rappresentano un abuso dello strumento referendario che, poco alla volta, rischia di essere delegittimato. Questioni molto tecniche in tema di lavoro, come la dinamica subappalti, dovrebbero essere demandate alla sede parlamentare. Più che una consultazione dei cittadini, pare una votazione interna alla sinistra sul collocamento politico”.

Maurizio Lupi, 65 anni, già ministro dei Trasporti
Maurizio Lupi, 65 anni, già ministro dei Trasporti

Perché non associarsi allora al boicottaggio dei partner di governo?

“Il No si delinea in molti modi: non partecipare al voto per non raggiungere i quorum oppure, in un momento come questo di crisi della partecipazione in cui occorre testimoniare il valore del voto, andare alle urne e votare 5 No. Questa è la ragione per cui abbiamo scelto questa strada. Ma sia chiaro, e faccio riferimento ad atteggiamenti strumentali di presunta superiorità morale del centrosinistra, che tutte le posizioni sono legittime; come del resto attestato in passato dalle scelte di Napolitano o Cofferati”.

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Perdoni l’insolenza, ma votare No non rischia di favorire il quorum e i Sì?

“Se i referendum si usano in questo modo, per fare battaglie politiche di schieramento invece che nel merito, pèrdono il loro significato. Invece non bisogna avere paura di confrontarsi sul contenuto dei quesiti. Noi moderati vuole parlare a chi sui temi del lavoro e della cittadinanza vuole andare a votare No”.

Perché No?

“Perché sono quesiti sbagliati che non pongono questioni vere. Con questo governo abbiamo un tasso di occupazione mai raggiunto. L’attualità dei problemi del lavoro riguarda gli stipendi, l’abbassamento della pressione fiscale, il ragionamento con imprese e istituzioni sulla politica industriale. Nelle aziende non c’è il problema della flessibilità, ma della mancanza di personale”.

La catena infinita dei subappalti non impatta però sulla sicurezza?

“Come si fa ad affrontare il tema dei subappalti, estremamente meticoloso da ordinare e che riguarda formazione e prevenzione, con un Sì o un No? Da ex ministro delle Infrastrutture ho ben presente che non si tratta di una norma singola. Ogni anno si interviene sulla legislazione rispetto agli incidenti sul lavoro. Il tema va affrontato con concorso di responsabilità tra imprese, sindacati e istituzioni”.

Da partito favorevole allo ‘ius scolae’, perché siete contrari al dimezzamento dei tempi per la cittadinanza degli stranieri regolari?

“Si tratta di un tema cruciale che imporrebbe un confronto se non ci fossero gli altri quesiti. Io sono per votare No. È un argomento da affrontare in Parlamento. In ogni caso dieci anni sono necessari per diventare cittadini, imparare lingua, integrarsi nel tessuto sociale e civili dei principi costituzionali. È quel che prevede anche la nostra proposta sui due cicli per lo ‘ius scholae’”.

Cosimo Rossi