Firenze, 7 febbraio 2023 - Erano meno di 3.000 a metà dicembre, adesso sono 4.983 i progetti toscani del Pnrr ai quali sono state assegnate risorse, oltre sei miliardi di euro che ricadranno entro confini del Granducato. E’ il balzo in avanti della Toscana, che negli ultimi due mesi ha accelerato gli iter di attuazione del piano, per provare a vincere il corpo a corpo quotidiano con la burocrazia tiranna, il vero punto debole del Piano di ripresa e resilienza voluto dall’Europa per rendere anche l’Italia, citando le buone intenzioni iniziali, "più equa, sostenibile e inclusiva".
Il problema è che finora quel piano, non solo in Toscana ma un po’ da tutte le parti, è avanzato a ritmi lenti, appensantito da un eccesso di pratiche amministrative, carenza di personale, procedure macchinose, per non dire delle polemiche politiche che non mancano mai.
«Ma quello che adesso vediamo è un movimento che comincia ad avere una sua consistenza", dice il governatore Eugenio Giani, mostrando ottimismo sulla realizzazione dei progetti e cercando di mettere da parte gli aspetti più critici. "Ho già inaugurato, nell’arco degli ultimi due mesi, cinque Case della salute e un ospedale di comunità. Vedo che i progetti vanno avanti e si materializzano, anche se in alcuni casi c’è più lentezza, semplicemente perché le norme speciali che sono state approvate non hanno comunque sbrogliato la matassa delle procedure particolarmente pesanti che si richiedono in Italia". L’importante, dice il presidente della Regione, è dimostrare di essere capaci di spendere i soldi che l’Unione Europea ci mette a disposizione.
"La gran parte delle risorse ci viene dall’Europa, diciamo più o meno 5 miliardi - aggiunge Giani - mentre il resto è costituito da cofinanziamenti, perché molti dei bandi pretendono che ci sia, anche solo in minima parte, un affiancamento da parte dei soggetti che hanno elaborato il progetto".
Anche il governatore toscano, come tanti suoi colleghi di altre parti d’Italia, avrebbe preferito che le regioni fossero state investite, nell’attuazione del piano, di un ruolo più centrale, così da poter coordinare e sostenere l’azione delle amministrazioni locali più piccole, la maggior parte delle quali appare oggi in difficoltà nella realizzazione dei progetti. Ma come suo costume, questo non è sufficiente per spingerlo a polemizzare sul tema: "Un maggiore accentramento dei poteri sarebbe servito - si limita a dire a questo proposito - ma diciamo che anche così, come Regione, riusciamo a fare la nostra parte".
A chiarire le idee sul reale stato di avanzamento dei progetti si rivela utile anche il sito dedicato dalla Regione Toscana all’attuazione del Pnrr. Da cui si evince che rispetto ai quasi 5.000 progetti finanziati (di cui oltre 1.000 solo nella provincia di Firenze), sono 1.693 (circa un terzo del totale) quelli finora realmente avviati, stando ai dati aggiornati al 31 dicembre 2022.
Entrando ancora più nel dettaglio: il 39% di quelli avviati è in fase di progettazione, il 19,5% in fase di affidamento, quelli in fase di stipula sono il 10,9%, in esecuzione c’è l’11,4% dei progetti e in fase conclusiva il 18,9%. Significa che, di fronte a una macchina amministrativa che si è comunque messa in movimento, molto deve ancora essere fatto sul fronte della realizzazione concreta dei progetti. La gran parte è lì che attende.
Ma anche su questo il presidente della Regione vuole mostrarsi ottimista: "La pubblica amministrazione è come un diesel, ed è molto più importante la fase di avanzamento delle procedure che quella materiale dei lavori. Ormai calcolo che per un’opera pubblica che può essere realizzata in un anno si impiegano almeno quattro anni per arrivare alla fatidica posa della prima pietra. Ecco perché quando ho la certezza dell’atto che stanzia i soldi, so che, un anno prima o un anno dopo, le opere pubbliche arriveranno".