Partono i lavori per il Textile Hub. Prato capofila nel riciclo dei rifiuti

Grazie agli investimenti di Alia e Pnrr il primo impianto a servizio dell’intero distretto produttivo

L’intelligenza artificiale applicata alla cernita degli stracci. Parte a Prato il grande progetto per la realizzazione del primo impianto a livello nazionale, di selezione automatica di rifiuti tessili post e pre-consumo. Circa 30 milioni di euro per il progetto finanziato da Alia e in parte con fondi del Pnrr, reso possibile anche dalla presenza del distretto tessile pratese, capace di mettere in campo il know how necessario a riutilizzare le fibre ottenute dalla cernita e dalla sfilacciatura degli scarti tessili. Il distretto infatti lavorerà fianco a fianco con l’hub del tessile: il materiale in uscita dall’impianto verrà inviato alle aziende presenti sul territorio per le operazioni di effettivo riciclo. Un’intuizione avveniristica che supera i tempi e si pone come esempio virtuoso delle normative europee che impongono rifiuti zero. In via Baciacavallo, nel terreno di proprietà di Alia Multiutility, adiacente l’impianto di Gida è partito il cantiere che entro il 2026 porterà sul mercato una novità assoluta visto che si tratta dell’unico impianto ad utilizzare l’intelligenza artificiale e una tecnologia a infrarossi altamente evoluta, per effettuare la cernita per colore e per composizione dei vari materiali di scarto.

"L’industria tessile è considerata la quarta più inquinante al mondo", commenta Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility. "Rappresenta un’opportunità di crescita e uno strumento di creazione di valore per tutto il distretto pratese. Sarà anche il primo impianto in Italia ad utilizzare un sistema automatico per la selezione in base alla qualità delle fibre e per colore".

Meno rifiuti in discarica e nei termovalorizzatori. È l’obiettivo ambizioso dell’hub del tessile che a pieno regime sarà in grado di trattare e quindi reimmettere nel circuito industriale e dei commercio oltre 33mila tonnellate di scarti. Abiti usati e non più utilizzabili, ma anche scarti di lavorazione industriale. L’hub tratterà due tipi di flussi: 20.000 tonnellate di materiale all’anno (più o meno corrispondenti all’intero fabbisogno regionale) derivanti dal circuito del post consumo quindi abbigliamento destinato alla discarica e 13.000 tonnellate all’anno provenienti dal circuito del pre-consumo (circa il 50% deriverà dalle attività del distretto tessile di Prato che finora vengono smaltite come rifiuti speciali). Si stima che, per quel che riguarda il post consumo, il 60% dei capi (12.000 tonnellate), dopo apposita sanificazione, verrà inviato ad aziende già presenti sul territorio pratese e specializzate in questo settore di mercato per tornare ad essere indossate. Il restante 40%, composto da capi di abbigliamento non riutilizzabili, una volta eliminate le componenti accessorie come cerniere, fibbie, bottoni, verrà inviato alla linea automatica dell’impianto che selezionerà i rifiuti per fibra e colore per creare nuova fibra per nuovi tessuti interamente rigenerati.

Silvia Bini