REDAZIONE ECONOMIA

Concessioni balneari, solo 26 Comuni hanno avviato le gare: 6 sono in Toscana

Si tratta di Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto

I Comuni toscani che hanno avviato le procedure per mettere a bando le concessioni balneari sono Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto

I Comuni toscani che hanno avviato le procedure per mettere a bando le concessioni balneari sono Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto

Firenze, 3 giugno 2025 – Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto. Sono questi i Comuni toscani che, secondo i dati aggiornati a maggio 2025, hanno avviato le procedure per mettere a bando le concessioni balneari. Sono sei Comuni, su un totale di 26 in tutta Italia. 

Gli altri si trovano in Veneto (Chioggia), Emilia-Romagna (Ravenna, Cervia, Misano Adriatico), Liguria (Imperia, Chiavari, Lavagna), Abruzzo (Pescara, Fossacesia, Vasto), Lazio (Fiumicino, Formia, Gaeta, Ostia), Campania (Camerota, Minori, Sapri, Pontecagnano Faiano) e Puglia (Ginosa).

E’ ormai quasi un ventennio che si parla di affidare le concessioni demaniali tramite gara. La direttiva Bolkestein, infatti, risale al 2006. Ma a causa di rinvii e resistenze, le gare sono ancora ferme al palo.

A Camaiore, già da maggio 2024, sono state messe a bando 16 concessioni demaniali marittime, di cui 12 stabilimenti balneari e 4 locali commerciali. A Pietrasanta le lettere ai balneari sono arrivate a fine febbraio di quest’anno, anche se la scadenza delle concessioni è fissata al 30 settembre 2027. Proroga deliberata anche da Carrara, che ha avviato la gara per le 42 concessioni balneari. Grosseto è stata a suo tempo presa come esempio dagli operatori balneari per aver portato al 2033 – con una delibera che risale al 2020 – le concessioni demaniali dei 48 stabilimenti balneari, sulla base delle indicazioni dell’ex ministro Gian Marco Centinaio. Insomma, ogni Comune procede in ordine sparso (ed evidentemente a rilento).

Uniti invece i balneari nella loro contrarietà all’apertura del mercato. Secondo Assobalneari, l’associazione di categoria di Federturismo Confindustria, la situazione è già sfuggita di mano: «Iniziano a comparire holding che partecipano alle gare senza competenze – fa presente il presidente Fabrizio Licordari, parlando con l’Adnkronos-Labitalia – senza nessuna professionalità, facendo anche proposte di investimento, accaparrandosi le concessioni per poi riproporle al vecchio concessionario in cambio di un 'importante' affitto».

«Ovviamente - ammette - è impossibile competere con chi propone investimenti che poi non realizzerà mai. Tutto questo in nome di una fantomatica concorrenza e di un governo che in campagna elettorale pubblicamente si era impegnato per difendere le imprese italiane, ma che non ha saputo difendere le imprese italiane, piegandosi ai diktat dei funzionari della Commissione europea del mercato interno guidati da Salvatore D'Acunto, che da italiano a Bruxelles, al posto di dare una interpretazione corretta della direttiva Bolkestein per tutelare le imprese del suo Paese, le sta distruggendo».

Intanto, l’Anci ha chiesto con urgenza criteri chiari e omogenei per l’applicazione della direttiva, per evitare contenziosi e garantire una transizione ordinata e sostenibile del settore.

«La normativa è estremamente complessa – commenta il presidente dell’Associazione balneari di Viareggio, Tommaso Magnani – e molti Comuni, soprattutto i meno esperti, attendono chiarimenti operativi da Roma. Inoltre è la legge stessa che dà tempo per le gare fino al 2027. Quanto a Viareggio, fermo restando che le concessioni sono state prorogate al 2033 e la questione è oggetto di ricorsi pendenti, non ci risulta che il Comune abbia avviato gare».