Vigneti devastati dai caprioli: "Per la siccità si dissetano con acini d'uva"

L'allarme degli agricoltori e della Cia Toscana Centro: “Danni ingenti, annata compromessa”

Capriolo in un campo (Foto lettori)

Capriolo in un campo (Foto lettori)

Firenze, 4 agosto 2022 – La siccità non dà tregua, gli animali non riescono a dissetarsi. Così, mentre i cinghiali colpiscono gli alberi per far cadere i frutti, che poi mangiano, i caprioli si dissetano con gli acini d'uva. A lanciare l'allarme è Cia Toscana Centro, che ha ricevuto numerose segnalazioni da parte degli agricoltori. Accade sopratutto nella campagna fiorentina, in Val d'Elsa e nella zona di Certaldo, dove branchi di caprioli vanno a dissetarsi nei vigneti, mangiando gli acini d'uva. Così gli agricoltori, a poche settimane dalla vendemmia, si trovano ‘potenziali’ raccolti completamente devastati e perfino tralci spezzati, tali da compromettere anche l’annata successiva

“Purtroppo i danni sono ingenti”, afferma Andrea Pagliai, vicepresidente Cia Toscana Centro. “Quel poco di succo rimasto con la siccità all’interno dell’acino, fa gola ai caprioli che possono così dissetarsi e trovare sollievo. Ma su decisione dell’Ispra è chiusa fino al 15 agosto la caccia di selezione al capriolo, per cui non è possibile limitare in alcun modo gli assalti di questi animali. A quella data, nel vigneto, non ci sarà rimasta più uva da raccogliere: per chi si trova in questa situazione l’annata è fortemente compromessa. Dove passano i caprioli il danno a livello di produzione è del 100%”.

Non sono sufficienti neanche le recinzioni per i cinghiali, infatti il capriolo è animale molto più agile in grado di superare queste barriere facilmente. “Per il capriolo servono recinzioni di almeno 2,20 metri di altezza, per cui i vigneti sono completamente indifesi” aggiunge Pagliai.

“Si tratta di un ulteriore grave problema per le aziende di questo territorio in un’estate segnata dalla grave siccità e dalla atavica mancanza di risorsa idrica – aggiunge Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro –, senza dimenticare l’aumento alle stelle del gasolio e dei costi di produzione, dato dagli effetti della guerra in Ucraina, con una inflazione record in atto e con i problemi di sempre, dall’emergenza cinghiali alla burocrazia”.