Firenze, 19 febbraio 2023 – Le nuove regole sui bonus modificano scenari e prospettive di chi deve effettuare dei lavori. Ma cosa cambia esattamente? E quando si potrà invece continuare ad applicare le norme precedenti? A rispondere ai quesiti l’avvocato Luca Santarelli, esperto in tematiche condominiali.
Avvocato, prima di tutto cosa è cambiato?
"Sono state previste alcune modifiche radicali attraverso il decreto in materia di crediti fiscali approvato nel Consiglio dei ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Particolarmente rilevante è lo stop di tutte le cessioni di bonus fiscali, a partire dal superbonus 110%. Significativo anche il divieto, per tutta la pubblica amministrazione, di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. È bene chiarire che si tratta di un decreto appena pubblicato, che va quindi metabolizzato. Bisognerà poi vedere se su di esso verrà posta o meno la fiducia e, di conseguenza, se ci sarà spazio per emendamenti e modifiche".
In base a quello che sappiamo, cosa cambia per i bonus?
"In pratica si bloccano gli strumenti fiscali, come lo sconto in fattura o la cessione dei crediti, che permettevano di svolgere i lavori (da quelli più piccoli come cambio caldaia e pompe calore, ai più rilevanti come rifacimento facciate, tetto o cappotto termico) consentendo ai diretti interessati di risparmiare somme di denaro importanti e di versare solo i piccoli acconti che rimanevano a loro carico".
In quali casi si potrà continuare a beneficiare della normativa precedente?
"È bene aspettare a sbilanciarsi, perché il Decreto legge potrebbe essere modificato. Al momento, chi ha depositato la comunicazione di inizio lavori (Cilas) al 25 novembre non dovrebbe avere problemi. Più in generale dovrebbero andare avanti tutti i lavori già avviati, anche se potrebbero nascere difficoltà nell’erogazione dei crediti da parte delle banche".
Quali sono le possibili conseguenze?
"In pratica chi farà i lavori dovrà spendere l’intera somma e poi scaricarla dalle tasse in cinque o dieci anni, in base al tipo di intervento. È chiaro però che non tutti hanno grandi liquidità a disposizione. Penso alle nuove povertà, nelle quali ci si imbatte spesso nei condomini che, per definizione, ospitano una pluralità di situazioni diverse. Sarà difficile trovare la disponibilità di tutti i condomini ad anticipare le somme. Il rischio è quindi quello di uno stop generale ai lavori, anche a quelli strettamente necessari".
C’è un problema di condizioni del patrimonio edilizio?
"Certo, si va a interrompere un meccanismo che stava migliorando lo stato degli immobili a livello sismico, energetico e di manutenzioni ordinarie e straordinarie. È stato detto che la scelta ha motivazioni economiche, ma secondo l’analisi fatta a luglio da Nomisma, ogni euro messo dallo Stato per i bonus ne ha fruttati tre. Sicuramente servivano regole stringenti per evitare abusi, ma così si rischia la paralisi di un intero settore".