DANIELE MASSEGLIA
Economia

All’ultima spiaggia. "Aiuteremo i balneari per le concessioni. E il 90% sarà salvo"

Zucconi (Fdi) e la battaglia contro la Bolkestein e i nuovi bandi. "La sentenza della Corte di giustizia europea mette in sicurezza la gran parte degli imprenditori. Le aste? Non voglio pensarci"

Una spiaggia
Una spiaggia

Versilia, 4 giugno 2023 - In questa estate che fatica a prendere il via a causa di un meteo ballerino, lo spiraglio di luce per i balneari più che dal cielo arriva dal Lussemburgo, dove ha sede la Corte di giustizia europea. La sentenza del 20 aprile scorso, che ha bocciato il rinnovo automatico delle concessioni balneari, fa comunque essere ottimista il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi, imprenditore turistico e segretario di presidenza della Camera, fiducioso in quanto la sentenza potrebbe tutelare il 90% delle aziende.

Onorevole Zucconi, partiamo dalle novità di sostanza.

"Innanzitutto è stato stabilito che la scarsità di risorse è dirimente per l’applicazione della Bolkestein. Lo ritengo un passo in avanti: il governo ha fatto bene ad aspettare la sentenza perché si è potuto dare il via al tavolo interministeriale, di cui farò parte come delegato del ministero, per stabilire i criteri per la mappatura delle concessioni. Tavolo che si riunirà per la prima volta il 9 giugno per stabilire i criteri con cui procedere".

Siete ottimisti, allora?

"Sì perché c’è un’altra buona notizia. Al punto 73 la sentenza dice che la Bolkestein si applica a partire dal recepimento della direttiva da parte dei vari Stati. Per l’Italia significa dal dicembre 2009. È una cosa importante perché richiama la mia proposta di legge del 2018, firmata all’epoca da altri esponenti FdI tra cui l’attuale premier Meloni, affinché ci fosse un distinguo tra le concessioni esistenti prima della Bolkestein, alle quali applicare un regime normativo diverso, e quelle nate dopo la direttiva, quindi da mettere assolutamente a gara. Quello che chiamai ’principio del doppio binario’ è stato ripreso dalla Corte di giustizia europea".

Nel nostro Paese sono tantissime le concessioni esistenti prima del 2009.

"Diciamo pure la stragrande maggioranza, almeno il 90%. Dirò di più: la sentenza stabilisce che le concessioni ante-Bolkestein non possono essere perpetue. Su questo possiamo essere d’accordo, andranno applicati criteri che tengano conto degli investimenti fatti e delle aziende che campano principalmente di questo lavoro. Ma almeno mettiamo in sicurezza un settore importante, pari al 30% del turismo italiano, che tra l’altro sta attraversando una ripresa economica eccezionale".

Lo scenario migliore, sembra di capire, è che venga attuata la sua proposta di legge.

"Sarebbe la cosa più conveniente per l’Italia. Prima di toccare equilibri e sistemi che producono redditi, starei molto attento. Per dare gambe alla mia proposta basta un decreto legge senza andare contro l’Europa. Facciamo la mappatura e verifichiamo l’applicabilità della Bolkestein in base ai criteri stabiliti dalla Corte di giustizia".

Capitolo spiagge libere?

"Sono d’accordo che vada stabilito il numero delle aree libere e degli accessi al mare. Ma solo attraverso l’interlocuzione con le associazioni balneari si possono raggiungere ottimi risultati, tenendo conto che le spiagge non possono rimanere zone senza sicurezza o pulizia in cui la gente fa quello che le pare: sarebbe un danno. Anzi, ai balneari si potrebbe assegnare un compito in più".

A cosa si riferisce?

"Le nostre concessioni balneari svolgono anche una funzione di sicurezza e pulizia del litorale, basti pensare alle opere di rimozione dei rifiuti portati dalle mareggiate. Per questo ritengo che si potrebbe trasformare i concessionari in veri e propri guardiani delle coste in modo tale da assicurare lo smaltimento di certi rifiuti, come le plastiche, o anche verificare la salubrità delle acque con periodici campionamenti dell’Arpat".

Se invece si dovesse andare alle aste...

"Non voglio neanche pensarci, vuol dire andare contro la Corte di giustizia. In ogni modo, a differenza di ciò che chiedevano Verdi, Pd e M5S, non è che dal giorno dopo avremmo spiagge libere. Ci saranno gli stessi stabilimenti. Solo che non esisterà più l’amico Pietro ma l’amico Fritz. E i prezzi aumenteranno perché se faccio un investimento poi devo rientrare nelle spese".