Cacciatore ucciso da un cinghiale, quel messaggio via radio "Aiuto". Poi più niente

Piegati dal dolore i compagni di battuta dell’uomo che lascia moglie e figlia. Lavorava per la Coop amiatina, era stato anche a Piancastagnaio e Abbadia

Ucciso da un cinghiale giovane cacciatore

Ucciso da un cinghiale giovane cacciatore

Piancastagnaio, 20 gennaio 2022 - "Un disperato messaggio via radio ’aiutatemi sto morendo’, poi più niente" . È uno dei tanti amici e compagni di Giulio Burattini, il trentaseienne di Castell’Azzara assalito e ferito mortalmente nel tragico incidente di ieri nel bosco vicino alla riserva naturale del Pigelleto di Piancastagnaio proprio al confine tra le province di Siena e Grosseto, a raccontare, commosso, l’incredibile tragedia. C’è dolore e incredulità tra gli amici della squadra di cinghialai di Castell’Azzara e Selvena. Una storia assurda che raggiunge in fretta tutti i colleghi della Coop Amiatina che lo avevano avuto come collega e amico. Giulio Burattini infatti lavorava per la Coop Amiatina assieme alla moglie Marzia. Un ragazzo volenteroso e stimato da tutti i colleghi e dirigenti. Aveva lavorato per qualche tempo anche nei negozi di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio. A Castell’Azzara era impegnato nelle attività ricreative e sociali del paese. Giulio Burattini lascia la moglie ed una bimba 7 anni. 

Ieri pomeriggio, quando la salma di Giulio Buracchini è stata sistemata nella casa paterna, ad attenderla c’era tanta gente. Amici, compagni di molte battute di caccia. Giulio era un giovane brillante, amante di ogni tipo di caccia. Faceva il "battitore" quello che, con i cani, va in avanscoperta per tirare fuori dalla macchia i cinghiali. Aveva una grande passione per la caccia ma anche per i cani. La vita di tutti i giorni era incentrata sul lavoro e sulla famiglia. Giulio, da anni viveva con Marta (originaria di Pienza) conosciuta nei negozi Coop dell’Amiata dove i due lavoravano. Una bella storia d’amore sfociata nella nascita di una bella bambina che oggi ha 7 anni. Quando poteva Giulio almeno un giorno a settimana lo dedicava alla sua grande passione: la caccia. Ieri il destino lo ha fermato per sempre. Era impegnato a svolgere il suo compito. I compagni della battuta raccontano di averlo sentito gridare: "Aiuto, aiuto. Muoio, sto morendo". Una profonda zannata gli ha reciso la femorale. Quando sono arrivati i sanitari era già deceduto. 

Giulio lascia la compagna Martina, la figlia di 7 anni, i genitori, la sorella un anno più grande di lui. E tanti, tanti amici. Che lo hanno apprezzato non solo a Castell’Azzara dov’è nato e cresciuto ma anche nei paesi della zona. Dove ha lavorato, con diversi incarichi nei centri Coop. I funerali – la notizia non è stata ancora ufficializzata– potrebbero svolgersi oggi. L’autorità giudiziaria ha rilasciato il nulla osta visto che la dinamica della causa che ha provocato la disgrazia è chiara. 

Massimo Cherubini Giuseppe Serafini