"Ciao babbo. Qui è tutto a posto". L’ultima telefonata, poi lo schianto con l'aliante

Lo strazio del padre di Giacomo Di Napoli, campione di volo acrobatico precipitato con il suo aliante durante un allenamento in Umbria. Il funerale a Prato

Giacomo Di Napoli in foto assieme ai genitori

Giacomo Di Napoli in foto assieme ai genitori

Agliana (Pistoia), 13 luglio 2022 - "Babbo tutto a posto". Sono le 16 circa di lunedì. Giacomo Di Napoli, pluripilota ventenne, è in provincia di Terni, nella zona dell’altopiano dell’Alfina. Ha terminato il suo volo in aliante, il secondo dei tre previsti per gli allenamenti in preparazione dei mondiali in Francia previsti dal 17 al 26 agosto. Telefona al padre, il colonnello dell’aeronautica militare Gennaro Di Napoli, in servizio a Roma, per dirgli che sta andando tutto bene e sta per partire per il terzo volo. In un video prima di alzarsi di nuovo nel cielo, Giacomo si mostra sereno e determinato: "Giornate impegnative ma non si molla di un millimetro", dice. Poco dopo le 18 il padre riceve una telefonata: annuncia che Giacomo ha avuto un incidente. Il colonnello Di Napoli parte in auto accompagnato da un collega. Verso le 21 sono sul luogo della tragedia a Castel Viscardo (Terni), dove Giacomo è precipitato con il suo aliante perdendo la vita. "Nel frattempo – racconta Gennaro Di Napoli – ho avvertito mia moglie che era a casa e che ci ha raggiunto con alcuni parenti. E’ arrivata verso le 22, ma solo all’una della notte, dopo che il magistrato ha terminato i rilievi, ci siamo potuti recare all’ospedale di Orvieto per il riconoscimento di Giacomo, effettuato da un mio cognato".

E’ una tragedia indescrivibile quello che ha colpito i coniugi Gennaro Di Napoli e Cristina Monzali, originaria di Prato e impiegata in una ditta pratese del settore edile. Hanno perso il loro unico figlio, ‘il nuotatore volante’ come era chiamato per la sua passione per il volo e per il nuoto, ma anche ‘l’artista del volo’ per le sue stupende acrobazie. "L’abbiamo sempre sostenuto – dice il padre –. Abbiamo perso un gioiello. Non posso immaginare la casa senza di lui, ancora non mi rendo conto".

Nonostante il grandissimo dolore il colonnello Di Napoli trova la forza per parlare. Racconta del figlio entusiasta di essere stato convocato nella Nazionale, fiero di rappresentare l’Italia ai Mondiali. E proprio per i cinque componenti della Nazionale erano in corso gli allenamenti, dal 9 al 15 luglio, in una delle zone più suggestive per il volo, nell’orvietano, tra Umbria e Lazio. Lo stage prevede tre voli al giorno di 25 minuti circa. L’aliante viene portato in quota a 1.200 metri e poi sganciato. Partono a quel punto le acrobazie fino a scendere a 400 metri, circa tre minuti o poco più. Poi si entra nella ‘fase di gestione’ verso l’atterraggio. "Sembra che si sia svolto tutto regolarmente finché l’aliante non si è posizionato per l’atterraggio – racconta il padre del giovane pluripilota – Sembra che non abbia fatto l’ultima chiusura. Sono in corso le indagini e sarà fatta l’autopsia. La commissione d’inchiesta sta valutando. C’è da capire se ci sia stato un problema fisico per Giacomo o se si sia trattato di un problema tecnico".

I genitori ora aspettano la restituzione della salma per il funerale, che si terrà a Prato nella chiesa di Sant’Agostino. "E’ la chiesa dove ci siamo sposati io e Cristina – ricorda Gennaro –, l’anno prossimo saranno 25 anni di matrimonio". I due coniugi hanno vissuto a Prato fino al 2004, poi si sono trasferiti ad Agliana, dove Giacomo è cresciuto. Un ragazzo prodigio, che ha iniziato in anticipo le scuole fin dalle elementari, terminando anticipatamente tutti i percorsi scolastici. Era iscritto a psicologia, aveva terminato il secondo anno e l’anno prossimo si sarebbe laureato. Purtroppo un destino impietoso lo ha strappato alla vita e alla sua famiglia troppo presto.

Piera Salvi