Pestata a sangue, dieci costole rotte. L’incubo dopo l’incontro al bar

Pisa: prima la invita a casa e la massacra di botte, poi fugge ma viene arrestato in Puglia. Lei è molto grave

La polizia scientifica con il furgone attrezzato davanti alla casa (Foto Valtriani)

La polizia scientifica con il furgone attrezzato davanti alla casa (Foto Valtriani)

Pisa, 13 febbraio 2022 - Un ingresso normale. Ma dietro quella porta in legno come tante è stata trattenuta per ore una donna, picchiata fino a farla svenire e, si sospetta, anche violentata. Per la polizia, che è stata un giorno intero a fare i rilievi nell’appartamento in zona Stazione, a Pisa, è quello l’alloggio dove una trentenne di origini straniere, ma ora residente in Valdera, è stata presa a calci e pugni fino a farle perdere i sensi. Ha dieci costole rotte, la mandibola fratturata e un pneumotorace. E’ ancora ricoverata dopo oltre dieci giorni.

Il primo febbraio conosce in un locale un uomo più grande di lei di 10 anni. I due si spostano nella stanza dove lui si appoggia per qualche giorno. A Pisa pare fosse di passaggio per lavoro. Prima l’aggressione verbale, poi quella fisica, infierisce più volte su di lei. Sul pavimento restano, nonostante i tentativi di ripulire, sangue e fluidi raccolti dalla Scientifica nel lungo sopralluogo di giovedì. Lei si sveglia nel letto accanto a lui. Piange e lo implora: "Riportami a casa", parla con fatica, la bocca distrutta dalle botte. Lui alla fine cede, la accompagna e se ne va. Lei viene soccorsa dai familiari e condotta al pronto soccorso dove si attiva il percorso per donne maltrattate. Il coordinamento unitario donne Cgil, Cisl e Uil offre sostegno alla 30enne. La sezione specializzata per questi reati della squadra mobile (capo il vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita) la ascolta. Si attivano le indagini non facili, viene individuato il locale dove è stata tenuta, si trova in una strada vicina alla Stazione, via Vespucci, un quartiere con tanti problemi di sicurezza anche se questo episodio potrebbe accadere ovunque, la violenza è trasversale. Si arriva al 40enne, di origine romena, che intanto è tornato a Taranto dove risiede: viene fermato, si attende la convalida.

Nel palazzo e nel quartiere c’è paura. "Avevamo sentito delle urla, ma pensavamo fossero voci in strada", afferma qualche vicino, gli altri non hanno sentito nulla. Poi, alle 6 di giovedì scorso, il blitz degli agenti per i rilievi. In quell’appartamento vivono degli operai che lavorano di notte, quindi di solito presenti solo di giorno: sono stati ascoltati anche loro. L’inchiesta delicata è condotta dalla squadra mobile pisana (una sezione che ha competenza su questo tipo di reati) con il sostegno del commissariato di Pontedera ed è coordinata dal sostituto procuratore Flavia Alemi. L’altro giorno, erano stati in tanti a vedere gli operatori in tuta mentre setacciavano l’alloggio. A due passi, si trova la sede della Cisl. "Siamo sconvolti per quello che è successo così vicino a noi".