
Il duo Mirković-Godard (foto Monia Pavoni)
Firenze, 25 settembre 2020 - La curiosità maggiore era rivolta al serpentone. Uno strumento a fiato nato per accompagnare il canto in chiesa e che prende il nome dalla sua forma. "Altrimenti - ha spiegato Michel Godard, solista e al tempo stesso appassionato dello strumento - sarebbe lungo come il corno delle Alpi". L'occasione per conoscerne il suono è arrivata nell'ambito di Fabbrica Europa che ha organizzato un incontro-concerto tra Institut français e Chiostro Ognissanti con lo stesso Godard e la cantante Nataša Mirković. Il duo ha anche presentato l'album Risplendenti, Riversi, progetto nato nel 2018 proprio per Fabbrica Europa e che lo ha visto protagonista insieme a Luciano Biondini (fisarmonica) e Jarrod Cagwin (percussioni). In repertorio musiche italiane del XVI e XVII secolo e composizioni balcaniche in dialogo con improvvisazioni e composizioni degli stessi interpreti. Tornando al serpentone, Godard ha sottolineato come il suono dello strumento non sia particolarmente basso anche se è il progenitore della tuba e del bassotuba. Spesso infatti Nataša Mirković, nonostante sia soprano, scende verso il registro grave e talvolta funge da bordone.
Dopo l'incontro, curato dal professor Maurizio Agamennone con la partecipazione di Manon Hansemann, direttrice Institut français e Paolo Zampini, direttore del Conservatorio Cherubini, i due musicisti hanno potuto dimostrare quanto il serpentone e la voce umana formino una combinazione sonora di grande fascino. I brani presentati affondano le loro radici nei balcani, Kosovo, Dalmazia, Albania, Bosnia, quest'ultima caratterizzata dal canto ebraico sefardita della comunità arrivata dalla Spagna secoli fa. Alla linea vocale si accompagna il lavoro con il serpentone, tra il recupero di composizioni antiche e prassi jazzistica. L'autorevolezza della voce di Mirković e la tecnica di Godard (alle prese con un numero limitato di fori nello strumento a differenza dell'erede attuale) hanno fatto il resto regalando un assaggio di repertorio raro e di grande valore artistico, che fortunatamente è stato fissato su disco.