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Cultura e spettacoli

Veronesi, trionfo a Vienna per Il Trovatore: "Vinta una grande sfida"

La serata del Wien Staatsoper

Veronesi e il cast a Vienna al termine della serata

Firenze, 22 settembre 2019 - Al ritorno da Vienna, dove ha trionfato con Il Trovatore di Verdi, incontrare il direttore artistico del Pucciniano Alberto Veronesi è cosa buona e giusta.

Maestro Veronesi, come é stato dirigere il Trovatore di Verdi allo Staatsoper di Vienna? E' un Teatro nel quale sono stati celebrati i più grandi direttori di tutti i tempi, da Karajan a Kleiber.

"Il Wien Staatsoper é un Teatro straordinario, che conta le compagini artistiche con la più alta reputazione artistica nel mondo, sono molto grato al direttore Dominique Mayer per questo invito. L’accoglienza per me, che debuttavo presso questo meraviglioso Teatro come ospite, é stata fantastica, la gentilezza nei miei confronti é stata addirittura sopra le righe, si figuri che il coro, proprio con lo scopo di farmi sentire a casa, durante tutte le prove, ha voluto congedarmi sempre con un grande applauso e l’orchestra alla fine della recita, mentre uscivo, ha voluto far sentire la propria benevolenza battendo gli archetti sul leggio".

Il Teatro era tutto esaurito? 

"Il Teatro ha 2300 posti, esauriti in ogni ordine e grado, ma non é una cosa straordinaria, il Teatro é sempre pienissimo nonostante  esegua 55 opere diverse ogni anno con più di 300 alzate di sipario. L’entusiasmo del pubblico si respira negli applausi a scena aperta, ripetuti anche in questa serata".

Ci racconta della recita?

"La recita era una sfida. Questo capolavoro, Il Trovatore di Verdi, su un testo originale di Gutierrez, vede una regia, di Daniele Abbado, trasposta all’epoca del fascismo. La sfida consisteva nel fatto che avevo ben tre debutti nei rispettivi ruoli alla prima. Michelle Bradley un giovanissimo e bravissimo soprano statunitense, Monika Bohinec un dotatissimo mezzosoprano, membro dell’ensemble del Teatro, il baritono Paolo Rumetz, membro dell’Ensemble fisso del Teatro, che ha sostituito all’ultimo minuto il malato Roberto Frontali, tutti debuttanti nel ruolo. Oltre a loro Yusif Eyvazof, il famoso tenore nativo dell’Azerbajan, marito di Anna Netrebko, che l’anno scorso ha anche inaugurato la Scala con Chenier. Il Trovatore é la sola opera di Verdi che sia totalmente basata sul canto, l’orchestra non ha mai né un preludio né un intermezzo, né un brano Sinfonico, come succede con ad esempio con Aida o con Traviata, o con Vespri Siciliani o Forza del Destino. In queste condizioni era facile farsi prendere dalla emozione e dalla tensione ma il successo é stato pieno e il pubblico ha ben reagito con applausi ripetuti e scroscianti".

Che opera é il Trovatore?

"Vede, nel dramma originale di Gutierrez, una tragedia che mette in scena un omicidio tra fratelli, ci sono aspetti che Verdi sottopone a una fortissima semplificazione, e sono i sensi di colpa.  Per esempio la personalità di Leonora, la protagonista, che, stesso oggetto di amore dei due fratelli, ignari di esserlo, é devastata dai sensi di colpa per aver tradito il giuramento a Dio compiuto nel Convento. Sono questi stessi sensi di colpa a determinare il suo suicidio, la sua sottomissione alle avances violente del Conte per cercare di liberare l’amato Manrico. Come anche il senso di colpa di Manrico stesso che, per tutto il dramma, non rivela a Leonora di essere figlio di una zingara, anzi spacciandosi per un cavaliere di alto lignaggio. In realtà lui é uno dei due Conti figli di del nobile Luna, ma non lo saprà mai nell’intera sua vita. Verdi li trasforma in eroi tutti di un pezzo, immersi totalmente nella loro caratterizzazione principale, l’eroismo nell’amore puro ed infelice. Azucena stessa,la zingara  che Verdi dipinge come protesa alla vendetta per il rogo verso la madre, nel dramma originale é attraversata da una trama di amore verso il falso figlio Manrico, che sfocia in forte gelosia e ostilità per Leonora. Forte gelosia che non viene particolarmente evidenziata in Verdi. Puccini invece sui sensi di colpa costruiva tutta una visione della vita e dell’opera,  basti pensare a Butterfly o a Fanciulla. 

Prossimi impegni, Maestro ?

"Tre mesi in oriente, tra Cina a ottobre, Israele e Corea a novembre e Giappone a dicembre. Poi San Paolo del Brasile, Liegi e Colon a Buenos Aires". 

Cosa possono trarre i teatri italiani dal modello del Teatro di Vienna?

"Lo Staatsoper di Vienna é molto basato sul Teatro di repertorio, cioè un Teatro che fa un numero di nuove produzioni annuali, ma poi si concentra sulla ripetizione periodica delle produzioni già in magazzino, spesso eseguite con le massime star del canto e della direzione d’orchestra. È una concezione che tende ad aumentare più possibile le alzate di sipario per consentire di far fronte alla altissima domanda di musica che viene sia dagli austriaci sia dai turisti, che accorrono da tutto il mondo per ascoltare le opere nel più famoso teatro del mondo. In Italia si tende a prediligere il Teatro di Stagione, con pochissime riprese di vecchi allestimenti e anzi con la predilezione di nuove produzioni nel corso della stagione e molte meno alzate di sipario. Il paradosso é che le condizioni economiche portano il Teatro di Vienna a presentare titoli di repertorio con le più grandi stelle mondiali della lirica, mentre in Italia le tante nuove produzioni, per problemi di budget, devono poi accontentarsi di nomi molto meno rilevanti, il che alla fine non avvantaggia a sua volta le presenze di pubblico".

Forse in Italia abbiamo un pubblico più  anziano?

"Il sistema di repertorio consente di lavorare molto con le scuole. A Vienna la Staatsoper utilizza un teatro apposito, da 300 posti, solo ed esclusivamente per l’opera per bambini. Spettacoli del grande repertorio lirico adattati ai bambini, con  un’ora massimo di durata, realizzati in convenzione con le scuole. Quando dedichi così tanto ad investire sul futuro pubblico, è inevitabile che l’opera diventi un fatto di massa. Tanto è stato fatto anche in Italia ma siamo lontani da questi risultati". 

Quanto influiscono i manager della musica nell'organizzazione di un teatro?

"Ogni grande manager definisce un'epoca in ogni teatro. A Vienna si sta concludendo l’epoca Meyer, che ha saputo conciliare  il solco della tradizione con l’innovazione, costituita da nuovi allestimenti di giovani e bravissimi compositori. A Vienna la musica contemporanea è di casa. Ciò che è difficilmente digeribile, e mi riferisco anche a molti teatri italiani, è la credenza che l’innovazione consista nel  realizzare qualche regia provocatoria o qualche direzione d’orchestra che stacca tempi assurdi e impossibili. Si abbia il coraggio anche in Italia di consegnare il testimone dell’innovazione agli autori, commissionando opere liriche ai talenti straordinari che abbiamo nella composizione musicale e si pensi meno a qualche regista ambizioso che fa carriera mettendo i cantanti sul Wc". 

Il Maestro Veronesi replicherà Il Trovatore anche questa sera e a grande richiesta il 25 settembre.