
Francesco Belluomini (dalla copertina di 'Vocazione e custodia del senso di verità')
Viareggio, 7 gennaio 2023 - La poesia di Francesco Belluomini (Viareggio, 1941 – Camaiore, 2017) si sente un po' nell'aria, con discrezione e richiamo. A volte stagioni e date riportano l'eco dei versi di questo poeta dell'essenziale e che si è sentito sempre a fianco delle vittime. Le luci di Natale nei prossimi giorni si spegneranno.
Lui il Natale lo raccontava così: “Aneli di raggiungere la terra / dopo giorni d'intenso scarrocciare / sotto montagne d'acqua del monsone / che stringeva d'assedio le fiancate. / Un porto nell'imminenza del Natale / passeggiando tra luci e sfarfallii, / ma niente scaccia il groppo nella gola / l'ansiosa nostalgia della tua casa”.
E' un Natale venato da nostalgia non per ragioni intimistiche quello che tra poco avremo alle spalle: siamo quasi usciti dalla pandemia, ci sono le tenebre della guerra in Ucraina. Ci vuole un “percorso difforme dal consueto” per non lasciare la Storia a se stessa, alla logica esclusiva delle armi, a un pericoloso ripiegamento da spettatori: “Una musica come di campana / com'eco di quei giorni lontanati / dal vento che mi prese d'infilata. / Che da quella memoria la mia forza / per confessare tutta la vicenda / che mi vide svoltare contromano / dal percorso difforme del consueto. / Nemmeno fossi stato destinato / a mutare di colpo l'esistenza, / fatta di cose semplici e serene”, le cose “semplici e serene” che appaiono in tutta loro bellezza e necessità per ogni persona. La poesia del fondatore del Premio letterario Camaiore è al centro di un saggio organico di Marco Ciaurro dal titolo 'Vocazione e custodia del senso di verità. La poesia di Francesco Belluomini' (ed. Il Convivio).
Mettere un filosofo accanto a un autodidatta rigoroso e, al contrario di come sono di solito di solito gli autodidatti, silenzioso, come Francesco Belluomini, marinaio, poeta e narratore, poteva essere un'operazione artificiosa, anche per il rischio di prestare a Belluomini categorie non sue. Ma Ciaurro è riuscito nell'intento di dare una fisionomia a Belluomini, la cui opera “si compone anche di romanzi, racconti e discorsi della e sulla poesia, ma molti di questi discorsi, purtroppo sembrano essere andati perduti”.
I testi poetici non sono l'opera intera di Belluomini, ma il Corpus poetico ne è il nucleo principale. Il lascito manoscritto “è ancora copioso, ma le opere fin qui conosciute pubblicamente in vita e post, sono sufficienti per far capire che egli occupa un posto singolare nella letteratura italiana e nella cultura europea del Novecento”.
Michele Brancale