MICHELE MANZOTTI
Cultura e spettacoli

Kent Nagano tra classicismo e contemporaneità

Il maestro con l'Orchestra Haydn a Trento ha presentato una prima assoluta in un programma dalle tante sonorità

Kent Nagano sul podio dell'Orchestra Haydn (c) Fondazione Haydn Stiftung

Trento, 21 febbraio 2022 - Una sonorità complementare al brano precedente: così se la Sinfonia degli Addii di Joseph Haydn ha visto i professori d'orchestra abbandonare progressivamente le loro postazioni fino a lasciare da soli due violinisti, O Nata Lux del compositore argentino Alex Nante parte dal suono di un violoncello, poi affiancato da un altro. E' l'inizio di un percorso inverso che include alla fine l'intera orchestra d'archi. La successione dei brani è stata pensata dal direttore Kent Nagano: la pagina di Nante (29 anni) è stata commissionata dalla Fondazione Haydn Stiftung nell'ambito di un progetto incentrato sulla figura di Nagano che tornerà a dirigere l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento a novembre. Il maestro americano di origini giapponesi, una vera e propria star del podio, è stato protagonista all'Auditorium Santa Chiara di Trento in un concerto che è partito dal linguaggio novecentesco di Sofija Gubajdulina prima di arrivare alle composizioni di Haydn e Nante.

Sieben Worte dell'autrice russa ha visto come solisti Michele Marco Rossi al violoncello e Samuele Telari al bajan (la fisarmonica diffusa nell'Europa dell'Est). Una composizione ispirata alle sette parole di Cristo sulla croce e che parte proprio dal lavoro dei due solisti, il cui dialogo si basa su cellule sonore spesso ripetute. Una pagina dal tema religioso ma di grande drammaticità umana, evidenziata dalla scrittura orchestrale. Singolare poi come il violoncello sia lo strumento con cui inizia e si chiude la pagina così come nel brano di Nante. Due composizioni dall'atmosfera totalmente diversa nonostante l'ispirazione analoga: si passa dai toni scuri che raccontano la morte di Gesù Cristo alla luce raggiunta anche attraverso la creatività armonica che simboleggia la pace interiore e l'incontro con la trascendenza.

In tutto questo irrompe la grande musica di Haydn. La sua Sinfonia degli Addii (che oltre agli archi vede due oboi, un fagotto e due corni) è un ponte tra il mondo delle tenebre, descritto dalla tonalità in Fa Diesis minore, e quello della luce del modo maggiore dell'adagio finale in cui i musicisti abbandonano sedie e leggii in un'atmosfera da vacanza. Un gioco a cui si presta anche Nagano, che nel finale scende dal podio. Il maestro è stato festeggiatissimo a fine concerto: la sua grande preparazione e capacità di capire le sfumature di ogni partitura, unita alla duttilità dell'orchestra, ha permesso al pubblico (con grande partecipazione di giovani) di apprezzare tre pagine completamente diverse.