MICHELE MANZOTTI
Cultura e spettacoli

Hershey Felder: "Mi presento come George Gershwin"

Il musicista canadese porta il suo spettacolo al Teatro Verdi di Firenze il 14 settembre, per la prima volta in italiano

Hershey Felder nel ruolo di Gershwin

Firenze, 13 settembre 2021 - Musicista di grande sensibilità e bravura tecnica, il canadese Hershey Felder sarà protagonista di George Gershwin Solo. Un lavoro rappresentato oltre tremila volte in tutto il mondo in teatri prestigiosi di New York, Londra, Los Angeles, Chicago, San Diego, San Francisco, Boston, Philadelphia, Washington. Lo spettacolo unisce musica e teatro con il pianista che è esecutore e attore al tempo stesso, impersonando il compositore americano. Non è l'unico autore con cui Felder si confronta: ha interpretato oltre seimila produzioni solistiche da lui create. L'American Theatre Magazine ha scritto «Hershey Felder appartiene a una categoria tutta sua». George Gershwin Solo lo scorso anno inoltre fu trasmesso in diretta dalla Pergola con il ricavato dello streaming destinato ai lavoratori dello spettacolo in difficoltà. Il testo per la prima volta sarà presentato in italiano martedì 14 settembre al Teatro Verdi (info e biglietti www.estatefiesolana.it).

Come nasce l'idea della nuova versione?

«Intanto dovevamo presentare lo spettacolo al Teatro Romano di Fiesole - spiega Felder - ma le previsioni meteo hanno consigliato di spostare lo spettacolo al Teatro Verdi. Dato che vivo vicino a Firenze mi faceva piacere pensare a uno spettacolo in italiano. Magari impersonare un americano che parla in italiano può sembrare strano, ma alla fine ho pensato che fosse il personaggio giusto per capire se questo esperimento nella vostra lingua alla fine funziona. Giacomo Puccini forse era più facile, anche perché toscano, ma Gershwin è un'altra cosa. E' un compositore molto conosciuto per la Rapsodia in Blu e Porgy and Bess. Come dicevo prima avevo pensato a Fiesole per lo spettacolo, anche in onore dei carabinieri che sacrificarono la loro vita nel 1944, un episodio della storia che mi ha molto colpito. Così quando ho conosciuto gli organizzatori Claudio Bertini e Massimo Gramigni ho proposto loro l'idea. All'inizio lo spettacolo era previsto in agosto, poi è stata spostata la data. In ogni caso l'acustica al Verdi è ottima, una casa perfetta per l'opera e la musica per pianoforte, che trasmette in questo spazio un suono morbido e di grande sensibilità».

Come descriverebbe la musica di Gershwin e che significato ha per un musicista americano, dato che è considerato il più classico degli autori del Nord America? 

«Posso rispondere da canadese che attualmente vive in Italia. Gershwin ha composto pezzi meravigliosi, musica pura e grande. Ha saputo unire al meglio melodia, armonia e ritmo: un perfetto compositore americano. Il problema è che al suo tempo non fu compreso dall’ambiente musicale: per il mondo della classica era un intrattenitore di Broadway, per i neri un ladro di spunti musicali, per i bianchi uno che sporcava le composizioni con sonorità nere. Era amato dal pubblico e famoso, ma voleva essere considerato un compositore serio. Tra l'altro era un ebreo bianco che scrisse un'opera sui neri, cosa che oggi sarebbe molto difficile. Per me la sua storia, al di là dei pezzi più noti, è importante. A me piace raccontare come ha vissuto i suoi anni».

La versione italiana da chi è stata curata?

«Come spesso succede in Italia è un affare di famiglia. Niente è stato fatto da una persona sola. Devo ringraziare amici, familiari, anche i vicini e il giardiniere. Hanno fatto tutti parte del pubblico di questo progetto. Ma devo soprattutto ringraziare l'Italia in generale, dato che piano piano mi sento a casa. Ho fatto io stesso la traduzione ma tutti coloro che conosco, compresa la squadra dello spettacolo che sto preparando, mi stanno aiutando a perfezionarla».

Lei ha impersonato molti compositori, qual è il prossimo a cui si rivolgerà?

«Ho fatto recentemente Chopin, ma in italiano è un po' complicato per la sua forte caratteristica polacca. Sto preparando filmati dove interpreto Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini, che ovviamente essendo italiani mi facilitano il compito  Stavo però pensando il prossimo anno di impersonare dal vivo Ludwig Van Beethoven in italiano. Può sembrare curioso, ma le parole italiane caratterizzano il linguaggio della musica. Quindi fare Beethoven nella vostra lingua è strano, ma non troppo».