
La stanza Pasolini al Gabinetto Vieusseux
Firenze, 29 maggio 2018 - Poco meno di tremila titoli componevano la biblioteca di Pier Paolo Pasolini, acquisita dal Fondo Pasolini presso l’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux. Graziella Chiarcossi e Franco Zabagli hanno curato un volume dedicato a 'La biblioteca di Pier Paolo Pasolini', edito da Olschki nella Collana Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Studi, 29. “Suddiviso in opportune sezioni tematiche – dalle giovanili letture della “formazione” alle pubblicazioni recensite su 'Tempo' nei primi anni Settanta –, il libro – spiegano al Vieusseux - mette a disposizione dei lettori e degli studiosi una quantità imponente di dati, non solo di natura bibliografica, ma relativi alla ricorrenza e all’utilizzo specifico di certi testi nell’opera di Pasolini, agli appunti disseminati nelle pagine durante la lettura, alle innumerevoli dediche che impreziosiscono gran parte di questi volumi. Un eccezionale strumento di ricerca e di verifica, destinato a contribuire in modo determinante agli studi su un protagonista cruciale della cultura del Novecento”. Il volume sarà presentato da Paolo Mauri e Walter Veltroni a Roma mercoledì 30 maggio, alle 17.30, nella Biblioteca Angelica di Piazza di Sant' Agostino.
A Firenze è stato invece presentato proprio presso il Vieusseux il 'Meridiano' Mondadori dedicato a Sandro Penna, che fu in rapporto epistolare con Pasolini. Il “Meridiano” propone, grazie al paziente e certosino lavoro di un poeta attento come Roberto Deidier, l'opera integrale di Penna e rappresenta un punto di arrivo e di ripartenza, giustamente celebrato in una presentazione con Anna Dolfi, Roberto Galaverni, Elena Gurrieri ed Elio Pecora. La capacità di Penna di sparpagliare se stesso lascia ancora un po' attonito, a distanza di anni, Elio Pecora, che gli fu vicino, lo sostenne negli anni finali e lo trovò morto nella sua abitazione nel '77. Pecora ha curato nel Meridiano la cronologia, quasi a ricomporre quanto di disperso aveva incontrato in questo autore, immerso in una confusione di cartacce, oggetti, quadri, e fogli sparsi su cui scriveva.
Questa confusione è parte della stessa opera penniana e non a caso Anna Dolfi apprezza la struttura unitaria del corpus poetico che tuttavia non risponderebbe più alla sequenza dei libri conosciuti di Penna.
Elena Gurrieri, che ha studiato Penna e ne ha reperito e proposto prose inedite (recensioni, una lettera a De Robertis, una prosa lirica, in 'Quel che resta del sogno', Mauro Pagliai Editore) , ha riscontrato nella nuova struttura elaborata da Deidier, un criterio cronologico e filologico corretto, capace di creare “la novità del canzoniere di Sandro Penna che prima non avevamo. Oggi insomma abbiamo grazie al lavoro di Roberto Deidier un Penna sempre smaltato e più accessibile, profondamente conoscibile grazie anche al lungo lavoro di analisi e di confronti precisi e numerosi con la tradizione italiana ed europea della poesia dell'Otto-Novecento, da Leopardi a Carducci, Pascoli, D'Annunzio, Palazzeschi. Con molti richiami anche a Nietzsche e Proust”. Il suo 'Quel che resta del sogno' intendeva preparare il terreno a un'edizione delle poesie e delle diverse prose, condotta con criteri d'indagine filologica, cioè basata sull'attento impiego dei materiali compresi nell'Archivio Penna; una bibliografia di e su Sandro Penna completa ed aggiornata, sin dai primi anni Trenta fino ai nostri giorni. Ed è quello che Deidier ha fatto.
Anche per Galaverni il Merdiano consente di valorizzare al massimo Penna, il cui sguardo si posava sul mondo quasi con un taglio cinematografico, con stacchi su più temi colti contemporaneamente, e che osserva figure e cose su un piano solo apparentemente secondario, quello ad esempio dello sfondo d'immagine che evidenzia figure solo apparentemente meno importanti. Michele Brancale