Giusi Merli, dalla Toscana al kolossal ‘Dune’: “Bellissimo lavorare con Villeneuve”

L’attrice pisana, trapiantata a Firenze, dopo “La grande bellezza” è ancora in un grande film internazionale nel ruolo che fu della Mangano

Giusi Merli

Giusi Merli

Firenze, 11 marzo 2024 – Il suo volto è tra le “maschere” che hanno reso “La grande bellezza” un film da Oscar e adesso la vediamo nel kolossal dell’anno, il “Dune parte 2" di Denis Villeneuve.

Giusi Merli, pisana di San Frediano a Settimo trapiantata da oltre 40 anni a Firenze, una ragazzina che fra pochi giorni festeggerà 81 anni, è un vero paradosso: la voce squillante, gli occhi vivaci, eppure i grandi registi la vogliono perché con il giusto trucco diventa “la santa” di sorrentiniana memoria, un viso mistico, uno sguardo trascendente. E colpisce anche un altro particolare: guardando la sua filmografia, nel 2024 sono usciti due film in poche settimane in cui è accreditata la sua presenza: si va per l’appunto dal blockbuster di Hollywood al piccolo film indipendente made in Toscana “Via Don Minzoni n. 6” di Andrea Caciagli, girato 4 anni fa ma uscito adesso. In Dune interpreta la Reverenda Madre Ramallo, ruolo che nella versione di David Lynch del 1984 era di Silvana Mangano.

Signora Merli, ci racconti l’esperienza con il regista canadese per Dune-Parte due.

"E’ stato bellissimo. Sono stata diversi giorni a Budapest, agli Origo Studios, dove sono stati realizzati gli interni del film, fra cui le grotte e casa Harkonnen. Quattro giorni netti di riprese in cui ho avuto modo di conoscere in particolare Rebecca Ferguson, donna di una bellezza così pulita e simpatica, è stato così piacevole passare del tempo con lei. E poi Javier Bardem… bello e affascinante, oltre che talentuoso e molto amorevole”.

Il regista Villeneuve è un esteta, un cultore dell’immagine. Come è stato lavorare con lui?

"Lo definirei un capitano del cuore. L’ho visto all’opera in una scena difficile, in cui un’attrice non riusciva a fare la scena a causa di una ingombrante maschera che le rendeva difficile vedere dove andava e cosa faceva. Poverina, si stava innervosendo, è normale. Ma Villeneuve l’ha calmata, l’ha capita, incoraggiata e supportata. E poi mi ha fatto tanti di quei complimenti, ma non me li chieda, mi vergogno”.

Almeno uno.

"Quando gli ho detto che è bravissimo con gli attori mi ha risposto: con te è facile”.

Il suo è un ruolo breve ma anche uno snodo cruciale della vicenda. Sentiva il peso di interpretare un personaggio che fu della Mangano?

"Lei all’epoca era giovane e bella, qui no… Ma. è giusto così, la storia lo richiedeva”.

Lei ha fatto tanto teatro mentre al cinema è arrivata tardi. Differenze tra palco e set?

“Il palco mi spaventa ancora, ogni volta, mentre il cinema mi viene naturale, senza ansia. Quindi a teatro devo concentrarmi molto per superare la paura”.

Si sente più pisana o fiorentina?

"Toscana. Comunque sono pisana, “del Piano”, di San Frediano a Settimo, anche se a Firenze vivo ormai da più di quarant’anni”.

E per chi volesse vedere Giusi Merli dal vivo a teatro, il prossimo appuntamento è al Teatro Cantiere Florida di Firenze, sabato 16 marzo alle 21 con “Il grande vuoto” di Fabiana Iacozzilli.