
Antonio Aiazzi davanti alla cantina di Via de' Bardi
Firenze, 17 gennaio 2018 - I dischi più rari (e anche un po’ strani) si trovavano lì. Anche quando i negozi di questo genere erano ancora tanti, Contempo era il punto di riferimento naturale per gli appassionati che cercavano le novità pià curiose uscite oltreconfine. Poi il marchio ha avuto la sua naturale evoluzione come etichetta, ovviamente indipendente, dando vita da Firenze a un movimento nazionale che dura ancora oggi (con sede da tempo trasferitasi a Faenza). I 40 anni di Contempo saranno festeggiati sabato prossimo 20 gennaio all’Auditorium Flog. Un concerto-celebrazione che vedrà tanti musicisti sul palco con Giacomo Aloigi e Bruno Casini maestri di cerimonie. «E’ nel 1983 che vede la luce Altrove dei Diaframma (nella foto, la copertina) – spiegano –, il primo disco targato Contempo Records. Da quel momento l’avventura discografica prende il via e coinvolge Litfiba, Pankow, Soul Hunter e poi si estende a gruppi di tutta la penisola, Carillon del dolore, Death in Venice, Militia. Si creano sinergie con altre etichette di tendenza, come l’inglese 4AD di Ivo Watts-Russell e si comincia a guardare anche ad altri generi come il progressive (Nuova Era) o il metal (Death SS). Un decennio abbondante di produzioni che non a caso tutt’ora vengono ristampate».
Oggi il marchio ha ripreso vita grazie ad alcune produzioni in vinile, come quelle di Gianni Maroccolo, Miro Sassolini, Andrea Chimenti e Antonio Aiazzi (il lavoro di quest’ultimo non a caso ha avuto come luogo di presentazione la cantina di Via de’ Bardi dove i Litfiba hanno mosso i primi passi). Sabato a partire dalle 21 La grande notte di Contempo presenterà non solo questi ultimi musicisti, ma anche Omar Pedrini, Garbo, Angela Baraldi, i Sycamore Age, Paolo Favati e tanti altri ancora. Saranno ricordati i protagonisti che non ci sono più, da Ernesto de Pascale a Ringo De Palma, Derno Ricci, Marco Lamioni e Massimo Bertolaccini. Ma soprattutto sarà ricordato un momento irripetibile, con uno slancio culturale che fece dire a Pier Vittorio Tondelli che essere in quegli anni a Firenze voleva dire «stare al posto giusto nel momento giusto».