MONICA PIERACCINI
Cultura e spettacoli

Bielorussia, un Paese senza libertà: a Firenze in mostra le opere di due rifugiate politiche

Perseguitate dal regime di Lukashenko, Nadia Buka e Olga Yakubouskaya sono state costrette a lasciare il loro Paese. L’inaugurazione della mostra “La marcia delle donne”

Una delle opere dell'artista Olga Yakubouskaya

Una delle opere dell'artista Olga Yakubouskaya

Firenze, 25 novembre 2023 - In Bielorussia il regime di Lukashenko ha costretto all'esilio tante donne. Altre si trovano nelle carceri bielorusse, dove stanno ammassate in celle piccolissime, in condizioni igienico-sanitarie precarie, senza alcun diritto. E' per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana che la comunità bielorussa fiorentina ha organizzato le mostre di due donne coraggiose, Nadia Buka e Olga Yakubouskaya, due pittrici, ora rifugiate politiche, che hanno dovuto lasciare il loro Paese per le persecuzioni.

La mostra di Nadia Buka, “Speranza senza paura” è visitabile fino al 28 novembre 2023 al Caffè letterario del Conventino (via Giano della Bella 20, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9 alle 21). Proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, oggi sabato 25 novembre, è stata inaugurata a Palazzo Strozzi Sacrati, in piazza del Duomo 10, la mostra di Olga Yakubovskaya, intitolata “La marcia delle donne”, alla presenza, tra gli altri, di Alina Koushyk, ministra della Cultura del Gabinetto delle forze democratiche bielorusse, e di Yulyia Yukhno, rappresentante dell’ambasciata popolare della Bielorussia in Italia. La mostra in Palazzo Strozzi Sacrati sarà visitabile fino al 25 dicembre 2023.

Yakubovskaya, illustratrice, autrice della famosa serie di dipinti «Cats of Freedom», si è dedicata alla lotta del popolo bielorusso per la libertà dopo le elezioni ‘truffa’ dell'agosto 2020. Nata a Sortavala nel 1989, per i dipinti e la sua posizione politica e civile ha dovuto lasciare il paese: rischiava il carcere. Attualmente vive a Riga. L’artista ha tenuto diverse mostre collettive e personali in Lettonia, Germania, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone, Australia e molti altri paesi.

Anche Nadia Buka ha una storia simile. Dopo gli eventi del 2020, le opere di Nadia sono state proibite in Bielorussia e non poteva più partecipare alle mostre. Alcuni dei suoi dipinti sono stati confiscati e, dopo minacce e l'avvio di diversi procedimenti penali, Nadia e la sua famiglia hanno lasciato il Paese. Adesso vive in Polonia come rifugiata.