
Una vipera in una foto di repertorio (Ansa)
Firenze, 27 agosto 2025 – La Toscana ospita diverse specie di vipere, rettili velenosi che appartengono alla famiglia dei Viperidi. La più diffusa è la Vipera aspis, conosciuta anche come vipera comune, che predilige ambienti collinari e montani. Più rara, ma presente, è la Vipera ammodytes, riconoscibile per il piccolo “corno” sul muso, considerata la più velenosa d’Europa. Entrambe, comunque, hanno in genere un comportamento schivo e mordono solo se calpestate o minacciate. Abbiamo fatto il punto con Giuseppe Fabrizio Turrisi, curatore di Entomologia del Museo della Specola.
Come riconoscerle
Il corpo della vipera è tozzo e robusto, la testa ha una forma triangolare ben distinta dal collo e le pupille sono verticali, caratteristiche che permettono di distinguerla dai serpenti innocui come il biacco o il cervone, che hanno invece pupille tonde e corpo più slanciato. Il colore varia dal grigio al marrone fino al bruno-arancione, con macchie scure o un disegno a zig-zag sul dorso. Non superano generalmente i 70-80 centimetri di lunghezza. Il morso lascia due segni evidenti, i fori lasciati dai denti veleniferi.
Dove si trovano in Toscana
Le vipere preferiscono zone naturali con esposizione al sole e presenza di ripari. Si possono incontrare in prati incolti, boschi, pietraie, muretti a secco e margini dei sentieri. Non disdegnano ambienti rurali e aree periferiche di borghi collinari, purché vi sia tranquillità e disponibilità di piccole prede, come roditori e lucertole. Sono più attive in primavera, quando escono dal letargo, e in estate nelle ore meno calde della giornata. In autunno cercano di accumulare riserve energetiche prima del riposo invernale.
Come evitarle
Per ridurre il rischio di incontri indesiderati bastano poche precauzioni: indossare scarpe robuste e pantaloni lunghi durante escursioni, camminare sempre su sentieri visibili, evitare l’erba alta e non infilare le mani sotto pietre, legna o cespugli. È bene fare rumore durante il cammino: le vibrazioni mettono in fuga i serpenti. Attenzione anche agli animali domestici: i cani, curiosi per natura, possono avvicinarsi e venire morsi.
Cosa fare in caso di morso
Il morso di vipera provoca dolore immediato, gonfiore, arrossamento e, in alcuni casi, sintomi sistemici come nausea, vertigini, febbre o abbassamento della pressione. Nella maggior parte degli adulti sani non è letale, ma può diventarlo in bambini, anziani o persone fragili. La prima regola è mantenere la calma, perché l’agitazione accelera la diffusione del veleno. L’arto colpito va immobilizzato e mantenuto fermo, evitando sforzi o corse. Non bisogna mai incidere la ferita, succhiare il veleno, applicare ghiaccio o lacci emostatici stretti. Occorre chiamare subito il 118 o raggiungere il pronto soccorso: i medici potranno monitorare i sintomi e decidere l’eventuale somministrazione del siero antiofidico, che deve avvenire sempre e solo in ambiente ospedaliero, dopo un’attenta anamnesi clinica del paziente. Mai il “fai da te”: il siero, infatti, può provocare reazioni avverse anche gravi.
Un rischio contenuto
In Italia i morsi di vipera sono relativamente rari: poche centinaia ogni anno, con un tasso di mortalità molto basso, meno di un caso su mille. In Toscana le segnalazioni arrivano soprattutto dalle zone montane e collinari dell’Appennino, del Chianti, della Garfagnana e delle Apuane. Conoscere il comportamento di questi animali e adottare qualche accorgimento è il modo migliore per vivere la natura senza paure eccessive. Le vipere, infatti, non hanno interesse ad aggredire l’uomo: preferiscono allontanarsi, e attaccano solo se disturbate o senza via di fuga.