Violenza sessuale, Portanova: “In silenzio troppo tempo. Soffro per tutte le persone coinvolte”

Parla il giocatore del Genoa, condannato in primo grado per una vicenda accaduta a Siena nel 2021

Manolo Portanova e, a destra, il padre Daniele
Manolo Portanova e, a destra, il padre Daniele

«Penso che il nostro silenzio sia durato troppo. Ad oggi quello che posso dirvi è che continuo a chiedermi perché stia succedendo tutto questo. Soffro per tutto quello che sento, che leggo e per tutte quelle persone che ne fanno parte e sono coinvolte in questa vicenda. Fino a qualche settimana fa l'unico scopo era indossare la maglietta più bella del mondo, ora sto rinunciando ad un sogno di un bambino. Anche se avrei diritto di giocare purtroppo questa vicenda non è solamente in tribunale ma soprattutto mediatica. Oggi non porteremo ipotesi ma prove che non sono state guardate e se ne occuperà il mio avvocato, Gabriele Bordoni».

Così il giocatore del Genoa Manolo Portanova, condannato in primo grado a sei anni con rito abbreviato con l'accusa di stupro di gruppo a Siena ha aperto la conferenza stampa organizzata dall'avvocato Bordoni per spiegare la propria versione su quanto accaduto. Un incontro andato tra l’altro in diretta su Instagram. 

«Ho deciso di rompere il silenzio dopo aver letto la sentenza. Una sentenza muta rispetto a tutti gli argomenti posti a difesa per iscritto e vocalmente», ha detto l’avvocato Bordoni.

«Nell'ambito di un processo sono prontissimo a rispettare l'avversario anche se su posizioni antitetiche rispetto alle mie - ha sottolineato il legale - a patto che l'avversario sia uguale nei miei confronti. E invece non abbiamo sentito nulla in segno contrario a quello che dicevamo. Abbiamo letto una sentenza che ho il dovere di spiegare a Manolo perché in quella sentenza nessun nostro elemento è stato minimamente considerato e contraddetto, se così fosse stato avrei imposto ancora il silenzio».

L'avvocato difensore ha poi illustrato il racconto di una giovane che aveva subito nel 2015 una violenza sessuale negli Stati Uniti, affermando che è stato replicato con le stesse espressioni, «parola per parola con dati di fatto», dalla ragazza che ha accusato Portanova e gli altri condannati.

Copia che non è stata presa in considerazione dal giudice. «Presenterò appello - ha spiegato l'avvocato Bordoni - e sarà un appello già scritto perché non dovrà fare altro che contraddire le reali pochissime pagine di motivazioni della sentenza di primo grado che si può ascrivere in 3, 4 pagine al massimo: proporrò sostanzialmente ai giudici d'appello di Firenze la mole di ragionamento non presi in considerazioni che anteporrò alle pagine scritte dal giudice che sembra non voler dialogare».