Il chirurgo dona la vista a un cieco. E Il Vaticano lo premia

Strepitoso intervento del professor Sarnicola, già primario di Grosseto. E’ stato eseguito un trapianto su un uomo affetto da patologia irreversibile

Il professor Vincenzo Sarnicola e, alla sua destra, il paziente operato

Il professor Vincenzo Sarnicola e, alla sua destra, il paziente operato

Grosseto, 10 ottobre 2023 – Occorrevano due cose. Primo: far capire al mondo scientifico che l’occhio non è un elemento "monolitico" ma formato da elementi che fra loro possono anche essere indipendenti (e come tali, quindi, curabili singolarmente). Secondo: per passare alla teoria alla pratica serviva qualcuno che fosse in grado di farlo sul serio. Ostico il primo step, difficilissimo il secondo, almeno fino allo scorso 9 marzo quando il professor Vincenzo Sarnicola ha deciso che c’erano le condizioni per entrare in sala operatoria con l’obiettivo di ridare la vista ad un paziente di 83 anni completamente cieco da trenta. E c’è riuscito, primo al mondo, pioniere di una ricerca che lui ha portato dalla fantascienza alla scienza.

Un intervento del quale si è già parlato in tutto il mondo e che non poteva passare inosservato neanche all’organigramma del Premio internazionale "Giuseppe Sciacca" presieduta dal cardinale Raymond Leo Burke che gli ha conferito il "Premio Medicina" con una cerimonia che si è svolta nella Città del Vaticano, nell’aula magna della Pontificia Università Urbaniana. Non è un riconoscimento assegnato ogni anno (benché il premio sia giunto alla ventunesima edizione), ma solo quando la giuria – i cui componenti non sono noti né si conoscono i criteri di selezione, tant’è che nessuno può presentare candidature – ritiene che siano stati raggiunti "straordinari traguardi scientifici", come recita la lettera del professor Don Bruno Lima con la quale al professor Sarnicola è stata comunicata la decisione della giuria.

Ridare la vista ad una persona completamente cieca. Com’è stato possibile? "Abbiamo effettuato un autotrapianto dell’intera superficie oculare – spiega Sarnicola, già primario dell’ospedale Misericordia di Grosseto e presidente della Società italiana cellule staminali e Superficie oculare –. In pratica avevano un paziente con l’occhio sinistro reso cieco da una malattia retinica irreversibile e l’altro con la parte anteriore distrutta. Abbiamo prelevato la parte anteriore sana del sinistro e l’abbiamo innestata nel destro, riuscendo a fargli riprendere le funzioni. Ed essendo un autotrapianto non c’è alcun rischio di rigetto. Oggi, a sette mesi di distanza dall’intervento eseguito nel Policlinico Le Molinette di Torino, insieme al professor Michele Reimbaldi, tutto procede come speravamo e il paziente, seppur con molte precauzioni a protezione dell’occhio, ha riacquistato la vista".

"Prima dell’intervento – racconta l’ottantatreene – dovevo essere aiutato anche per mangiare, adesso invece faccio di nuovo tutto da solo, anche le scale di casa". E se non si può parlare di miracolo, se non altro perché il luogo della consegna del premio non ammetterebbe simili paragoni, si può certamente dire che nei suoi confronti la scienza ha avuto un "occhio" di riguardo.