Vaccino Covid Toscana, l'odissea fragili. Divisi in gruppi, aprile sarà decisivo

Il punto sulle modalità della somministrazione a una categoria che ha vissuto sulla sua pelle ritardi e contrattempi. Per loro dosi di Moderna e forse di Pfizer nelle prossime settimane

L'hub vaccini del PalaModigliani a Livorno (Foto Novi)

L'hub vaccini del PalaModigliani a Livorno (Foto Novi)

Firenze, 31 marzo 2021 - La Regione Toscana ha varato, ieri, 30 marzo, le indicazioni operative per la vaccinazione regionale dei cosiddetti fragili o “estremamente vulnerabili”. Le indicazioni sono state inviate ai direttori generali delle Asl toscane. Nella nostra regione ci sono 120 mila soggetti estremamente vulnerabili, le prenotazioni sono oltre 80 mila ma soltanto i primi 65mila sono già stati estratti dal database per le prime statistiche.

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La Regione ha individuato i criteri di ripartizione, dividendo gli estremamente fragili in due categorie, A e B. Della prima categoria fanno parte 19.652 persone (affette da patologie oncologiche, malattie autoimmuni e immunodeficienze primitive, malattie neurologiche o che hanno avuto un trapianto di organo solido e di cellule staminali emopoietiche).

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Della seconda categoria, più numerosa (46.378 persone), fanno parte - fra gli altri - pazienti diabetici, con malattie cardiocircolatorie, affetti da obesità, HIV. Nel mese di marzo ci sono stati non pochi problemi a prenotarsi, adesso però c’è un criterio: chi fa parte della categoria A sarà contattato dalle strutture ospedaliere.

“A tal fine verrà inviato sms informativo agli utenti interessati”, si legge nelle indicazioni della Regione Toscana, firmate dai dirigenti Carlo Rinaldo Tomassini e Giovanni Massini. La categoria B potrà invece prenotarsi sul portale. Già, ma quante sono le dosi disponibili?

A oggi da parte della struttura che fa capo al commissario straordinario, generale Francesco Figliuolo, “non è stata fatta pervenire una programmazione degli arrivi del vaccino di ‘Moderna’ del mese di aprile. L’unico dato certo è la prossima consegna del primo aprile con un quantitativo pari a 38 mila e una piccola riserva di magazzino. Con tale valore, tenuto conto che circa 20 mila dosi sono da preservare per i richiami fino al 24 aprile (ipotizzando che per quella data sia disponibile una seconda fornitura di Moderna in analogia a quanto avvenuto nel mese di marzo), è possibile riservare alle nuove vaccinazioni ulteriori 20 mila dosi di cui il 50 per cento sono destinate alla categoria A (10 mila dosi) e il 50 per cento destinate alla categoria B (10 mila dosi)”.

Secondo questo scenario, è necessario procedere, scrivono i dirigenti della Regione Toscana, con una vaccinazione di mille dosi al giorno per la categoria A e di duemila dosi giornaliere per la categoria B, “in modo da concludere rispettivamente nella prima settimana e nella prima decade di aprile le prime dosi di vaccinazioni disponili per la categoria” di persone estremamente vulnerabili.

“Tale impostazione permette di raggiungere nella prima decade di aprile un livello di vaccinazioni di persone estremamente vulnerabili pari a circa 50 mila soggetti”. Nella terza decade di aprile, “parte delle dosi del vaccino Pfizer potranno essere destinate” ai soggetti fragili incrementando quindi il numero di vaccinazioni giornaliere possibili.

Le Asl devono fin da adesso dunque valutare gli adeguamenti organizzativi necessari per “raddoppiare le somministrazioni oggi previste in modo da rispondere prontamente all’incremento di vaccini dal 20 aprile in poi”. Resta una domanda: che cosa dovranno fare i 40 mila non prenotati ma comunque fragili?