FABRIZIO VINCENTI E ILENIA PISTOLESI
Cronaca

Un crollo inspiegabile. Volterra non ha un perché sul cedimento delle mura: "La verità è nelle pietre"

Roberta Martinelli, uno dei massimi esperti sulle fortificazioni: "Reggere bene per secoli non significa che non cadranno mai. Certi eventi atmosferici possono provocare questi episodi"

Volterra, 7 maggio 2024 – E’ il crollo che ora trascina con sé anche una nebbia fitta di misteri. O, quantomeno, la devastazione che domenica intorno alle 12 ha ridotto in macerie un costone di mura, nel quartiere di San Felice a Volterra, potrebbe non giungere sino alle cause che l’hanno provocata. La strada viaggia lungo sentieri ipotetici, eliminando con «tagli di lama» le vie al momento escluse dal sopralluogo geologico effettuato ieri.

Le mura crollate a Volterra
Le mura crollate a Volterra

Il crollo, che ha colpito venti metri di muraglia medievale, non è da imputare a infiltrazioni di acqua. Sono le stesse antiche pietre sgretolate a parlare, a fornire un segnale rispetto al dramma che ha inferto un nuovo colpo al patrimonio della città, dove già nel 2014 erano crollati pezzi di mura. Pietre non rigonfie di acqua, pietre asciutte. Stando ai rilievi effettuati ieri dal geologo Emilio Pistilli, il paramento murario ha ceduto per il carico di secoli che si porta appresso. E spunta un’altra teoria: forse il terreno che si trova dietro al costone crollato è andato compattandosi. «Questo fenomeno – dice l’ingegner Cristiano Ciolli, responsabile dei lavori pubblici del Comune di Volterra – potrebbe aver generato una forte spinta. Il muro non ha retto e si è ribaltato. Ma a ora non abbiamo una causa certa del crollo».

Fra le cause, ma siamo nel campo delle ipotesi, anche una lesione quiescente non visibile, forse rimasta a sonnecchiare per decenni, e che alla fine ha spalancato l’abisso. E come funziona il monitoraggio di una cinta muraria che a Volterra si snoda lungo quasi 3 km di paramento medievale e in circa 8 km di costone ciclopico eretto dagli etruschi? «E’ principalmente un monitoraggio visivo - spiega Ciolli -. Dove vengono viste a occhio nudo delle chiazze di umidità nel paramento murario, possono esserci infiltrazioni. Ma ciò non significa che le mura crollino. Abbiamo un paio di casi in città di monitoraggio costante di parti di mura antiche con queste macchie, ma non hanno problemi di stabilità». 

Roberta Martinelli, già funzionario del ministero per i Beni e le Attività Culturali e direttrice del museo nazionale delle Residenze Napoleoniche dell’Isola d’Elba, è uno dei massimi esperti sulle fortificazioni a cui ha dedicato numerose ricerche, con particolare riguardo alle Mura di Lucca. In passato ha ricoperto a Lucca anche l’incarico di assessore comunale con una delega proprio alle Mura e attualmente è componente della commissione ristretta che si occupa del principale monumento della città di Lucca; un organismo creato creata dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Mario Pardini per individuare le migliori modalità di gestione di quello che è a tutti gli effetti il simbolo della città.

Come si spiega il crollo di una porzione delle mura di Volterra?

"Non è il primo, anche una decina di anni fa era successo un caso analogo, e sempre collegato a eventi atmosferici. Chiaro che l’aumento delle precipitazioni violente che si sta registrando negli ultimi anni è un serio problema per strutture come queste che sono di per sé fragili, trattandosi di mura altre e strette".

E che cominciano a avere anche parecchi anni...

"Il punto centrale, al di là degli anni, è quello che ho detto, ovvero la struttura delle stesse che le rende più aggredibili dal maltempo. Un crollo del genere su delle mura rinascimentali sarebbe impensabile".

Quindi Lucca con la sua cinta cinquecentesca è al riparo da simili eventi?

"Le Mura di Lucca hanno una quantità di terra al loro interno da rendere, a meno di un disastro naturale di proporzioni davvero importanti, impossibile un evento simile a quello accaduto a Volterra. Tenga conto che i mattoni che si vedono sono solo per un problema estetico, sono i terrapieni interni che rendono salda la struttura che era stata costruita per resistere alle cannonate, ovvero a armamenti diversi da quelli medievali. Quello che può succedere è un crollo del paramento dei mattoni, o qualche problema ai castelli delle porte, ma non un collasso della struttura. Poi, come accennavo, in caso di precipitazioni anomale con le quali dobbiamo fare i conti, c’è da capire come reagiranno. Sinora hanno retto bene per secoli, non significa che non cadranno mai. Aggiungo che negli anni scorsi è avvenuto un importante lavoro di manutenzione grazie all’accordo tra Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Regione".

Quanto conta la fase di monitoraggio?

"E’ fondamentale, tenga conto che a Volterra però sono arrivati finanziamenti, segno di attenzione da parte del Ministero e delle altre autorità, mi pare anche di recente, ma certi eventi atmosferici possono provocare questi crolli".

In generale, qual è lo stato di manutenzione delle cerchie murarie?

"Ogni caso è a sé stante, diciamo che nel campo dei beni culturali, visto l’enorme patrimonio che ha l’Italia, i soldi non bastano mai proprio come si è visto a Volterra, che ha ricevuto finanziamenti anche di recente".