
Il presidente Fidanzi "Indennizzi sacrosanti".
COSTA TIRRENICA
In questa estate afosa e instabile, dove il sole cocente si alterna ai temporali, l’ultima cosa di cui avevano bisogno i balneari era l’ennesimo ribaltamento della situazione in tema di aste delle concessioni. L’illegittimità della legge regionale del 2024, come ha sentenziato la Corte costituzionale, e la palla rimandata allo Stato, l’unico che può avere competenza sulla tutela della concorrenza, ha dato origine a una nuova ondata di sconcerto e preoccupazione. In caso di subentro, l’indennizzo non verrà più infatti calcolato in base al valore delle opere realizzate dal concessionario uscente, come aveva stabilito la legge regionale "cassata" dalla Consulta, bensì in base agli investimenti fatti negli ultimi cinque anni. Investimenti che sulla costa tirrenica si contano sulle dita di una mano proprio a causa dell’incertezza della Bolkestein.
Secondo l’avvocato Stefania Frandi, responsabile giuridico nazionale di Sib (Sindacato italiano balneari)-Fipe Confcommercio, la Corte costituzionale non poteva fare altrimenti. "Le Regioni – dice – non possono colmare il vuoto lasciato dallo Stato neppure con misure provvisorie. Ma intanto il settore balneare resta nel caos: è urgente una regolamentazione nazionale che garantisca certezza del diritto e tuteli gli operatori. La legge toscana prevedeva, tra l’altro, indennizzi per i concessionari uscenti, criteri premiali per micro e piccole imprese, e demandava alla giunta regionale la definizione di linee guida attuative. Ma per la Corte la materia va regolata a livello nazionale, in coerenza con il diritto dell’Unione. Pertanto – conclude – questa pronuncia è pienamente in linea con la giurisprudenza costituzionale e non rappresenta un elemento di novità né però aiuta a risolvere i problemi strutturali del settore vista la persistente incertezza per le imprese. La legge regionale 31 del 2016 non è più applicabile e quella nazionale è incompleta per l’assenza del decreto interministeriale sugli indennizzi. Le amministrazioni locali non sanno ancora come muoversi. Il vuoto normativo rimane".
Andrea Fidanzi, presidente regionale e provinciale di Confartigianato imprese demaniali, non si stupisce di fronte alla bocciatura da parte della Consulta. "Eravamo consapevoli di tale rischio, così come ne era consapevole la Regione. D’altro canto è però evidente come la Regione, con un modo di procedere assolutamente corretto sia nel merito che nel metodo, abbia cercato di colmare un vuoto normativo che si trascina da tempo. Ribadiamo con forza che il principio del legittimo indennizzo è sacrosanto. Se infatti la sabbia è dello Stato, l’impresa che ci è stata costruita sopra è sacrosanta proprietà di chi l’ha creata o acquistata con sacrificio e confidando sulle norme allora vigenti. E’ dunque legittimo pensare di mettere a gara la concessione, ma impensabile che l’eventuale subentrante possa acquisire un’impresa sana e redditiva pagandola una cifra enormemente inferiore rispetto al reale valore di mercato. Si crea un indebito arricchimento da parte di chi vince e un ingiusto esproprio per chi perde. Speriamo che il governo, dando seguito alle promesse fatte in campagna elettorale, trovi risposte adeguate e concordate con le istituzioni europee per risolvere la questione". Poi una stoccata agli ambientalisti: "A tutti coloro che millantano un futuro meraviglioso pieno di spiagge libere e gratuite, ricordiamo che la prospettiva non è questa. L’applicazione della Bolkestein prevede solo gare e il possibile passaggio da un concessionario all’altro. Magari avremo il solo risultato di far lievitare le tariffe e rendere meno competitive le nostre spiagge".
Interviene infine Simone Guerrini, segretario regionale Fiba-Confesercenti: "Avevamo previsto questo esito. La Regione si basò sul decreto concorrenza del governo Draghi che parlava di indennizzo in maniera molto più aperta rispetto all’attuale normativa statale. La Regione ha cercato di essere di supporto alle aziende del territorio anche in base alle specificità differenti di altre zone. Purtroppo la Commissione europea ha dettato delle norme molto più restrittive al quale il governo attuale ha dovuto o voluto attenersi".
Daniele Masseglia
Nicola Ciuffoletti