REDAZIONE CRONACA

Tutti gli amici di Caruso, cantante già pop

Il libro del giornalista Maurizio Sessa, pubblicato in occasione del centenario della morte del grande tenore che visse a Lastra a Signa

Maurizio Sessa

Firenze, 3 agosto 2021 - Le amicizie di un divo sono difficili da analizzare. Perché, come accade per le star di oggi, ai rapporti veri si accavallano gli opportunismi, le relazioni di lavoro, i contatti di pura utilità. Ma attraverso gli amici, veri, presunti o falsi che siano, si può ricostruire non solo uno spaccato dell’epoca, ma anche un ritratto del personaggio. Ed è esattamente quello che ha fatto Maurizio Sessa, giornalista e scrittore fiorentino, nel libro Caruso & friends. La nascita del re dei tenori (edizioni Florence Art). Un volume dedicato al grande tenore partenopeo che visse a lungo a Lastra a Signa e di cui ricorreva ieri 2 agosto il centenario della morte. L’opera contiene anche un tributo di Andrea Bocelli e una prefazione della studiosa Gabriella Biagi Ravenni, presidente del Centro studi Giacomo Puccini di Lucca. Come nasce questo libro? "Come per le altre mie opere – risponde Sessa, che ha già pubblicato numerosi saggi e volumi, tutti su materiali inediti, dedicati a grandi personaggi della storia italiana – il punto di partenza è il collezionismo. È successo con Garibaldi, Puccini e ora con Caruso: ho scoperto in un mercatino una collezione di foto-ritratti a lui dedicati da amici e conoscenti. Contengono anche i saluti e i pensieri che questi personaggi hanno riservato al tenore. Ne ho approfondito i profili, delineando i rapporti che ebbero con Caruso". Quali personaggi incontriamo nell’opera? "La galleria spazia dal compositore Francesco Cilea al baritono Mattia Battistini, famosissimo nella Russia zarista; da Angelo Neumann cantante, direttore d’orchestra e biografo di Wagner alla soprano australiana Nellie Melba che fece coppia con Caruso nella Bohème di Puccini. Le foto vanno dal 1899 al 1904, anni in cui esplose il fenomeno Caruso, diventato padrone di casa al Met di New York". Che ritratto emerge? "Di un vero e proprio divo. Non fu solo un formidabile tenore ma intuì le potenzialità della discografia, sulla quale molti altri suoi colleghi non puntarono. Diventò un cantante pop, una star ante litteram e questo rende più difficile, nella ricerca storica, dividere la realtà dalle leggende". Qualche esempio? "Il pubblico è molto affezionato alla storia dell’incontro dell’estate 1897 tra Caruso e Puccini, a Torre del Lago, voluto da Ada Giachetti. Nonostante si tratti di una vicenda che ha grande appeal, non se ne trova traccia nei documenti: non significa che non sia vera ma che occorre ancora approfondire per tentare di provarla storicamente". Caruso è legato anche alla villa che ne porta il nome, a Lastra a Signa. Cosa ha scoperto a proposito? "Quella che oggi è Villa Caruso Bellosguardo fu acquistata per Ada Giachetti, ma Caruso la tenne anche dopo la fuga del suo grande amore, a dimostrazione del legame con quel luogo. Al tempo era già una star internazionale: Lastra a Signa divenne il suo ‘buen retiro’ durante la permanenza di Italia. A proposito poi di falsi miti, a lungo si è detto che il nome Bellosguardo fosse stato coniato da Caruso, ma ricerche più recenti, portate avanti anche dallo storico Giampiero Fossi, hanno dimostrato che quella località si chiamava già così. Un altro esempio di come storia e leggenda si intreccino sempre intorno a Caruso". Re.C.