2020 TURISMO "Toscana la più desiderata, ma il nemico è in casa"

Paolo Corchia (Feralberghi): "Siamo la méta preferita, ma lo Stato ostacola. Rischio stangata sugli hotel di lusso"

Un selfie di fronte al Duomo di Firenze

Un selfie di fronte al Duomo di Firenze

Paolo Corchia vicepresidente nazionale di federalberghi Confcommercio e già presidente regionale toscano dell'associazione 

Paolo Corchia, vicepresidente nazionale di Federalberghi
Paolo Corchia, vicepresidente nazionale di Federalberghi

Forte dei Marmi 30 dicembre 2019 - La Toscana resta la meta più desiderata del mondo ed è necessario l’ottimismo anche se in molti casi il prodotto turismo non viene visto come una risorsa in grado di far decollare la nostra economia, bensì come un comparto da vessare. La sintesi del commento di Paolo Corchia sulle prospettive per il nuovo anno turistico nella nostra regione è molto chiara. 

Come si chiude l'anno per il turismo toscano?

«Molti Paesi valorizzano quel poco che hanno nel modo giusto. In Italia invece il turismo viene considerato come una ruota di scorta e in molti casi un obiettivo da colpire. Basti guardare la recente Finanziaria. Oltre a non parlare di turismo viene paventato un aumento della tassa di soggiorno fino a 10 euro al giorno a persona per gli hotel di lusso nelle città che hanno un volume di turisti superiore di venti volte ai residenti. Le conseguenze per Firenze, Pisa e Siena sarebbero devastanti».

La fine del 2019 è incoraggiante in vista del nuovo anno?

 «Sicuramente sì. Le città d’arte registrano un boom, la costa e in particolare la Versilia in questi giorni sono presi d’assalto. Domenica a Forte dei Marmi e anche a Viareggio e Pietrasanta si è registrato un afflusso notevole. Gli alberghi che sono aperti lavorano a pieno regime come a Firenze, Siena e nelle altre città artisticamente di grande appeal. Peccato che a Natale la neve non sia caduta su Abetone e Amiata che sperano, viste le temperature, in un Capodanno migliore».

Quali sono le insidie a livello turistico per il 2020?

«A livello internazionale le incognite sono tante a partire dagli effetti dei dazi e della Brexit. Dobbiamo sperare in una congiuntura interna e internazionale che siano favorevoli. Comunque siamo ottimisti, è necessario esserlo. Molto dipenderà anche dai numeri che arriveranno dai nuovi mercati e mi riferisco a India, Cina, al Messico ricco e anche a qualche Paese sudamericano non in crisi. Le cifre che ci vengono fornite parlano di 500 milioni di cinesi che possono fare vacanza in Europa. Non sono cifre di poco conto».

E sul mercato italiano cosa inciderà?

«Il problema dei problemi riguarda la pressione fiscale. La ripresa è legata alla possibilità di spendere di più da parte degli italiani. Le prospettive da questo punto di vista non sono rosee ma bisogna essere ottimisti. Lo si diceva all’inizio: la Toscana è la meta più desiderata a livello mondiale».