The State of the Union, Firenze capitale d'Europa. "Difendere l'Ucraina da Putin"

Responsabili politici, accademici e professionisti del settore privato provenienti da 40 paesi si sono riuniti alla Badia Fiesolana

L'alto rappresentante per la politica estera Ue Borrell

L'alto rappresentante per la politica estera Ue Borrell

Firenze, 5 maggio 2022 –"Non vogliamo essere contro la Russia, vogliamo difendere l'Ucraina dalla Russia di Putin, nessuno è contro le persone, questa è la guerra di Putin". Lo ha affermato l'Alto rappresentante per la Politica Estera Ue, Josep Borrell, intervenendo all'inaugurazione del Festival d'Europa a Firenze, dialogando con Monica Maggioni.

Il Festival torna dopo due anni di pausa Covid, con la conferenza The State of the Union. All'Istituto Universitario Europeo di Fiesole si sono susseguiti responsabili politici di alto profilo, accademici e professionisti del settore privato provenienti da 40 paesi. Al centro delle discussioni l'Europa, il suo futuro e le conseguenze della guerra. Hanno aperto la conferenza il sottosegretario agli Affari europei Vincenzo Amendola e il presidente dell'Istituto Universitario Europeo Renaud Dehousse.

“Siamo onorati – ha detto il presidente dell'Istituto Universitario Europeo Dehousse – di dare il benvenuto a una serie così impressionante di relatori di alto livello per discutere il futuro dell'Europa. Mentre la guerra infuria in Ucraina, è più importante che mai concentrarsi su ciò che ci unisce e identificare le sfide comuni. Nel corso dell'ultimo decennio, la Conferenza sullo Stato dell'Unione si è affermata come un forum fondamentale per la discussione sulle questioni più pertinenti che riguardano l'Europa e gli europei. Politici e accademici s'incontrano a Firenze per sviluppare idee nuove per l'elaborazione delle politiche in tempi difficili".

L'Europa, ha detto il sottosegretario Amendola, “si deve adeguare ai tempi, cambiando i trattati, facendo più integrazione, dando più possibilità in termini di protezione sociale, dei lavoratori, delle imprese, di chi costruisce l'economia europea”. “L'Europa – ha aggiunto – deve essere unita per le sfide che abbiamo, a partire dalla crescita dell'invasione russa in Ucraina, unita per il rilancio economico dopo la pandemia, per gli effetti economici che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Fiesole è capitale di questo pensiero europeo”.

La crisi ucraina

«Generalmente - ha detto l'Alto rappresentante per la Politica Estera Ue, Borrell - non siamo così rapidi e uniti come con l'aggressione della Russia all'Ucraina. Stavolta è stato diverso perché ci siamo sentiti in pericolo. Abbiamo preso decisioni e dobbiamo continuare a prenderle. Ieri è stato annunciato il sesto pacchetto di sanzioni e ora serve l'unanimità. spero di riuscire ad arrivare a un accordo politico perché dobbiamo continuare a fare pressione politica ed economica sulla Russia e fornire agli ucraini la possibilità di difendersi». 

Accelerare sulle rinnovabili

Per accelerare sulle rinnovabili è necessario “ricostruire delle catene del valore per la produzione di questi componenti così importanti in Europa”, perché ad esempio “oggi dipendiamo per la parte del solare totalmente dalla produzione cinese”. Lo ha affermato Luca D'Agnese, responsabile della Direzione policy, valutazione e advisory di Cassa Depositi e Prestiti. “In Italia - ha spiegato - il problema principale oggi sono le autorizzazioni: è stato giustamente sottolineato che se lo superiamo andremo incontro a problemi anche di offerta di materiali e componenti critici per costruire le rinnovabili”. In generale, ha osservato D'Agnese, per sviluppare le rinnovabili “più che un intervento finanziario sono necessarie riforme, infatti su questo punto anche il Pnrr prevede una riforma dei meccanismi che sta già dando qualche frutto dal punto di vista delle autorizzazioni”.

"La crisi ucraina è un terribile evento nella storia europea e richiede agli Stati membri di reagire a livello umanitario e anche militare", inoltre "investe anche i prezzi dell'energia e noi dobbiamo trovare una risposta", ma "è anche l'opportunità – ha aggiunto la vicepremier belga Petra De Sutter - per accelerare sull'indipendenza energetica dell'Europa e passare dal gas e petrolio russo alle fonti rinnovabili". Secondo De Sutter, "gli Stati membri dell'Unione europea si trovano in una situazione in cui devono riaggiornare i loro piani su clima ed energia".

"Più riusciremo a decarbonizzare, più saremo sicuri"

"L'Europa ha scoperto l'importanza della sicurezza energetica, e questo non era certo all'ordine del giorno qualche mese fa. Non eravamo certo preoccupati per come, l'inverno prossimo, potremo riscaldare le nostre case. Vi è un legame tra la nostra necessità di difendere la sicurezza energetica e l'obiettivo ambientale della decarbonizzazione. I due obiettivi si rafforzano a vicenda. Più riusciremo a decarbonizzare, più saremo sicuri". A dirlo Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel, intervenendo a "The State of the Union". "Penso che ora sia ovvio che alcuni impianti di rigassificazione sono necessari in alcune parti d'Europa. La Germania non ne ha, l'Italia ne ha troppo pochi",ha sottolineato Starace."Ci sono Paesi che addirittura non hanno accesso al mare, e il loro gas deve essere convogliato da qualche altra parte, richiedendo ulteriori terminali. Questo è un investimento per la sicurezza dell'approvvigionamento a medio termine che penso l'Europa dovrà affrontare: non sono molti soldi, ma probabilmente saranno necessari per far fronte alla transizione. Oltre a decarbonizzare, cioè a ridurre la produzione di energia da idrocarburi, dobbiamo diversificare i Paesi da cui importiamo i combustibili. La diversificazione richieste investimenti, ad esempio sulla rigassficazione. I rigassificatori in Italia sono troppo pochi".

La protesta dei ricercatori

Un gruppo di ricercatori di dottorato dell'Istituto universitario europeo di Fiesole ha dato vita, in concomitanza con la conferenza europea, a un'iniziativa di protesta contro le disparità nella retribuzione. A fronte di spese calcolate dall'Istituto in 1.380 euro, lo stipendio varia dai circa 1.000 euro per i ricercatori greci agli oltre 3.000 euro per i danesi. “All'Iue i ricercatori di dottorato - affermano in un volantino che hanno distribuito - ricevono diversi livelli di stipendio a seconda della loro nazionalità. Eppure, vivono nella stessa città e svolgono lo stesso lavoro. Non solo gli stipendi sono diversi, ma anche l'accesso all'assicurazione sanitaria e ai sussidi di disoccupazione. Diversi enti sovvenzionatori pagano al di sotto del costo della vita a Firenze calcolato dall'Istituto. Questa è un'Europa inadatta alla prossima generazione”. I ricercatori hanno invitato i partecipanti alla conferenza a indossare un nastrino rosso in segno di solidarietà con la loro protesta: fra coloro che lo hanno indossato, il presidente dell'Iue, Renaud Dehousse.

Il programma

Venerdì 6 maggio, i partecipanti si riuniranno nello scenario storico di Palazzo Vecchio. Ad aprire la giornata il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente dell'Iue Renaud Dehousse e il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi. Seguiranno gli interventi, tra gli altri, della presidente del Parlamento europeo Roberta Matsola, del Commissario europeo per l'economia Paolo Gentiloni e dell'Alto Rappresentante dell'Ue, vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell-Fontelles. L'intera conferenza è anche trasmessa in diretta su stateoftheunion.eui.eu.