NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Siccità, in Toscana 34 nuovi laghi per combattere l'emergenza

Presentato a Roma il 'Piano laghetti'. La regione è la seconda a livello nazionale (dopo l'Emilia Romagna) per soluzioni presentate

Siccità, prosegue l'emergenza in Toscana (ImagoE)

Firenze, 11 luglio 2022 – Per la Toscana si aprono le porte del 'Piano laghetti': la regione è la seconda in Italia per numero di progetti da subito cantierabili, un totale di 34, con una capacità totale di 32,9 milioni di mc per aumentare la superficie irrigabile di 21.940 ettari. È questa la risposta all'emergenza siccità: il 'Piano laghetti' è stato presentato nei giorni scorsi a Roma, grazie al lavoro di Anbi e Coldiretti.

Le soluzioni alla siccità in Toscana

A livello nazionale si punta a realizzare 10.000 invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, in zone collinari e di pianura. Il maggior numero di attuali progetti interessa l’Emilia Romagna (40), seguita appunto da Toscana (34) e Veneto. “Anche in Toscana la siccità si sente, e si sente di più dove le grandi opere e i grandi invasi non sono stati realizzati – ha spiegato Stefania Saccardi, assessore regionale all’agricoltura della Regione Toscana -. Firenze, e una parte dell’Aretino respirano un po’ di più grazie alle dighe di Bilancino e di Montedoglio, due opere importantissime che oggi consentono di salvare un pezzo della nostra regione ma che hanno avuto una progettazione e una realizzazione travagliate. E questo è il paradigma di un Paese che su questi temi deve cambiare. Si deve investire di più sull’irriguo aziendale, creando piccoli invasi per recuperare l’acqua piovana, e per realizzare grandi opere per le quali è però necessario costruire regole che ci consentano di snellire le procedure. Se non riusciamo a sburocratizzare, e la Toscana proprio in queste ore sta mettendo in piedi un gruppo lavoro per riuscire a semplificare le norme per la realizzazione di queste strutture, sarà difficile dare risposta rapida a un problema emergenziale ma che purtroppo negli anni diventerà strutturale”.

Progetti per 1,2 milioni di euro

“L’agricoltura toscana nel passato è stata meno bisognosa d’acqua rispetto ad altre regioni; adesso con la siccità e i cambiamenti climatici, abbiamo bisogno di più acqua utilizzata con intelligenza – ha commentato Marco Bottino, presidente di Anbi Toscana -. Poter sciogliere le riserve sul piano nazionale invasi è quindi un passaggio fondamentale che in Toscana, dove accanto all’impegno nella difesa del suolo stiamo modificando le nostre strutture per rispondere ai problemi di carenza idrica. Stiamo portando avanti progetti in sinergia con la Regione per 1,2 milioni di euro, puntando anche a intercettare i fondi del Pnrr. L ‘obiettivo quindi è solo togliere la sete ai cittadini toscani ma dare acqua a un’agricoltura di straordinario valore e consentirle di mettere a reddito le proprie colture”.