Immigrati sfruttati tredici ore al giorno per portare volantini: scattano gli arresti

Maxi blitz in Toscana, nel mirino società che distribuivano il materiale nelle abitazioni

Un filmato girato dai carabinieri nell'ambito dell'indagine sullo sfruttamento

Un filmato girato dai carabinieri nell'ambito dell'indagine sullo sfruttamento

Firenze, 16 luglio 2020 - Avrebbero sfruttato ottanta immigrati, gente che aveva bisogno di soldi e che veniva impiegata per tredici ore al giorno per pochi euro. Dopo il blitz dei carabinieri undici persone sono finite nei guai. Per sei c'è stato l'arresto in carcere, una è ai domiciliari mentre quattro hanno ricevuto obblighi di dimora.

L'indagine è dei carabinieri del Comando per la tutela del lavoro, coordinati dalla procura di Firenze. Oltre agli arresti ci sono anche sequestri di beni mobili e immobili appartenenti a società di Prato e Massa che si occupavano di distribuzione di volantini. Era questa l'attività con la quale gli immigrati sarebbero stati sfruttati.

I volantini erano tutti di note catene commerciali, estranee ai fatti. L'attività lavorativa avveniva, come scrivono i carabinieri, in assenza delle principali tutele in ambito di lavoro. La retribuzione era di una trentina di euro al giorno, ma i caporali avrebbero trattenuto per sé gran parte della somma.I lavoratori venivano inoltre controllati con sistemi di tracciamento elettronici. 

Una parte del reclutamento sarebbe avvenuta in alcune strutture di accoglienza per immigrati.

Fra i destinatari delle misure cautelari ci sono un ospite del Cas di Campi Bisenzio e uno della struttura Caritas di Sesto Fiorentino. Altri due erano ospitati negli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Scandicci e Campi Bisenzio. A questo proposito però la Società della Salute fiorentina nord ovest (titolare dei progetti SPRAR/SIPROIMI di zona) "smentisce che due delle persone raggiunte dalle misure fossero attualmente ospitate nelle strutture di Campi Bisenzio e Scandicci".

Tra i beni sequestrati ci sono anche i furgoni con cui il traffico veniva svolto oltre a diversi conti correnti e carte di credito per un ammontare di circa 500mila euro. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro le accuse.