Elettra Gullè
Cronaca

Scuola: la beffa dei prof di sostegno. “Ultra-specializzati e poi inesorabilmente precari”

La Cgil: “Una situazione assurda, anche perché c’è sempre più bisogno di prof di sostegno”. Pochi i posti previsti nei corsi obbligatori rispetto alle necessità. E il posto fisso resta un miraggio

Una prof di sostegno

Una prof di sostegno

Firenze, 5 marzo 2024 - Tanti anni di studio, esperienza sul campo, perfino un corso di specializzazione al quale non è semplice essere ammessi. “Per poi ritrovarci precari… Ma cosa dobbiamo fare per ottenere il posto a ruolo?”. È un grido di dolore quello lanciato dai partecipanti al corso di specializzazione per il sostegno dell’Università di Firenze. “Siamo 600 in tutto - racconta un docente -. In Toscana si parla di 1500 persone. Chiediamo di essere assunti, anche perchè gli alunni più fragili hanno bisogno di una stabilità educativa e non certo di essere ogni anno scolastico di fronte ad un docente sempre nuovo. Il 60% dei docenti di sostegno è precario. Un dato che la dice lunga sull’urgenza di cambiare il sistema di reclutamento”. Per farsi sentire, i corsisti hanno scritto una lettera aperta al ministro Valditara.

“La prima e più importante funzione dell’insegnante di sostegno è rendere a tutti gli effetti operativo ed efficace uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, sancito dall’articolo 34, secondo il quale la scuola deve essere “aperta a tutti”. Un principio che tutti saremmo pronti a sottoscrivere, troppo spesso però senza domandarci quali siano le condizioni che ne permettono l’effettiva attuazione - scrivono gli insegnanti - Affinché la scuola sia aperta a tutti, infatti, non è sufficiente che essa si limiti a non impedire l’accesso a nessuno. Occorre anche e soprattutto che essa favorisca, con azioni politiche specifiche, la promozione di un contesto scolastico “inclusivo”, adatto alle esigenze di tutti. L’insegnante di sostegno è chiamato in tale direzione non solo a rendere possibile l’inclusione di alunni e alunne con disabilità, ma anche a prestare attenzione alle esigenze specifiche di ogni alunno della classe”.

Ogni anno molti Atenei italiani organizzano corsi di specializzazione sul sostegno, tra l’altro a pagamento. Firenze? 2500 euro. “E’ uno dei più economici. In altri casi si arriva anche a 4mila euro. E non ci sono differenze a seconda dell’Isee”, rimarcano gli insegnanti. La beffa è che, se non ci saranno cambiamenti a livello legislativo, tutti questi docenti ultra-formati e con esperienza in classe si troveranno ancora una volta precari. “Una situazione incredibile, che conferma la miopia del legislatore sul versante della scuola - afferma Emanuele Rossi dell’Flc-Cgil -. Il fatto è che per diventare docente di sostegno occorre necessariamente fare questi corsi, i cui posti sono davvero pochi, a fronte delle richieste dei prof e oltretutto delle necessità del mondo scolastico, che ha bisogno di sempre più insegnanti di sostegno. Si crea una sorta di imbuto in ingresso, dunque. E, alla fine, i pochi specializzati che escono dai corsi non riescono neanche a diventare di ruolo”. La Cgil aveva proposto, alcuni anni fa, di “mettere in cattedra a settembre gli specializzati per poi far fare loro l’anno di prova con, ovviamente, esame concorsuale alla fine”, spiega Rossi. Un modo per offrire una concreta speranza di stabilizzazione a questi docenti.

Questa “procedura da graduatoria” è stata attuata però solo “a tempo”, di anno in anno, e per un periodo complessivamente breve. E adesso? “Nel milleproroghe questo meccanismo, grazie al quale i docenti venivano presi dalle graduatorie e messi in cattedra, non è stato previsto. Capiamo dunque la rabbia dei corsisti, che si trovano beffati da un assurdo sistema”, afferma il sindacalista. “Ci chiediamo quale progetto di vita possiamo dare ai nostri studenti se neanche noi ne abbiamo uno”, è l’amarissimo sfogo dei docenti, che stanno protestando in tutt’Italia.

“C’è un problema di arruolamento del corpo docente in questo Paese: regole che cambiano in continuazione, costi scaricati unicamente sugli aspiranti, mancanza di omogeneità dei percorsi offerti”, si legge nella lettera aperta. E ancora: “Non è possibile che l’assunzione in ruolo dipenda solo dalla “fortuna” del momento storico e non da regole chiare e condivise. Fare il docente è diventato un percorso ad ostacoli ed a rimetterci è prima di tutto il diritto allo studio delle alunne e degli alunni italiani”. Di qui la richiesta: “Chiediamo che anche quest’anno si possa usufruire della procedura straordinaria volta a garantire la stabilità lavorativa dei docenti di sostegno”.