
Il dottor Roberto Marconi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’ospedale Misericordia di Grosseto e responsabile dell'Area Dipartimentale Neurologica dell’ASL Toscana Sud Est
Dottor Marconi, perché l’emicrania è diffusa soprattutto tra le donne ?
"Certamente i fattori ormonali hanno un ruolo importante. Infatti, spesso prima e durante il ciclo mestruale le variazioni ormonali facilitano l'insorgenza degli attacchi di emicrania, ma numerosi altri fattori, incluso lo stress hanno un effetto favorente, mentre con la menopausa spesso l’emicrania tende a attenuarsi o scomparire. La classe d'età maggiormente colpita riguarda donne fra i 30 e i 50 anni, quindi in età lavorativa e con famiglia. Comunque non è una prerogativa femminile, anche i maschi possono soffrire di attacchi di emicrania”.
Quanto spesso si accusano questi mal di testa per potersi considerare soggetti alle emicranie ricorrenti ?
"La frequenza varia molto e quindi le situazioni sono piuttosto diverse tra chi ha pochi attacchi all’anno e chi ha quindici-venti attacchi al mese, con conseguenze molto impattanti sulla qualità di vita”.
Quali sono le caratteristiche di questi attacchi ?
"Tipicamente si tratta di una cefalea pulsante, solitamente unilaterale, ma può essere anche bilaterale, e si può associare a nausea, vomito, fastidio per la luce e per i rumori”.
Quando si ha l’emicrania si ricorre abitualmente a medicinali che più o meno tutti abbiamo in casa, i classici farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o analgesici più o meno blandi. Ma chi ha spesso attacchi di emicrania corre qualche rischio di abuso?
"Sì, soprattutto perché di solito si cominciano ad avere attacchi emicranie da giovani, in età scolare, e abituandosi all’uso di farmaci del genere si può modificare la soglia del dolore, facendo sì che ci sia una frequenza maggiore di attacchi. L'uso eccessivo, specie di FANS, può favorire l'insorgenza di una cefalea da dipendenza di farmaci: quando si instaura una dipendenza, gli attacchi di cefalea sono determinati dalla fine dell'effetto del farmaco antinfiammatorio con conseguente tendenza all'assunzione di altro compresse. Nei casi più gravi di dipendenza le assunzioni di medicinali avvengono anche più volte al giorno”.
Quali sono le regole d’oro per la prevenzione?
"Intanto chiedere sempre una valutazione al proprio medico di medicina generale. Suggerisco di utilizzare un diario delle cefalee e di annotare i farmaci assunti, in modo che il medico può inquadrare meglio il tipo di cefalea da trattare. Qualora il medico di medicina generale ritenga necessario un approfondimento diagnostico può prescrivere una valutazione neurologica. E’ poi importante avere un ritmo sonno-veglia regolare, senza dormire molte ore o troppo poco. Inoltre, occorre alimentarsi con regolarità senza saltare i pasti, ad esempio la colazione al mattino, poiché l’ipoglicemia può favorire lo scatenamento di un attacco. E infine occorre porre attenzione all’uso di alcool”.