Sanità. Tac, risonanze e visite, è boom di richieste. Regole più stringenti

Sistema in affanno, la Regione lavora a una delibera per intervenire sull’appropriatezza delle prescrizioni. "Serve un cambio culturale"

Un paziente sottoposto a Tac

Un paziente sottoposto a Tac

Firenze, 5 giugno 2023 –  Risolvere il problema delle liste d’attesa è un’impresa durissima. Perché il numero delle richieste di prestazioni sanitarie dopo il Covid è letteralmente esploso e sta continuando a crescere (anche nei primi cinque mesi del 2023) con un ritmo incontenibile. Per questo l’assessorato regionale alla salute, con guida politica di Simone Bezzini e la direzione di Federico Gelli, sta lavorando a una delibera che intervenga sull’appropriatezza delle prescrizioni. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento ci sono tac, risonanze magnetiche e alcune visite specialistiche.

La delibera toscana precede l’applicazione nazionale delle note del nomenclatore da decreto del 12 gennaio 2017: si tratta di consigli prescrittivi, non di imposizioni, già che il decreto Lorenzin del 2015, che prevedeva l’obbligo con sanzioni, venne rapidamente affondato.

Il quadro di regole è chiaro, starà poi alle aziende sanitarie riuscire a farlo applicare per risparmiare decine di milioni di euro in prestazioni considerate inutili che potrebbero essere dedicate ad altri servizi essenziali, in un momento in cui i finanziamenti dello Stato alle Regioni continuano a prosciugarsi. Come ripete spesso il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che non a caso è un medico radiologo, almeno un terzo degli esami di diagnostica per immagini è fuori dagli indici di appropriatezza.

Vediamo nei numeri il boom. In Toscana dal 2019 al 2022 le richieste per visite specialistiche di primo accesso sono aumentate del 24,6%, mentre con una percentuale ancora più alta, del 31%, è cresciuta la domanda di accertamenti di diagnostica strumentale. Addirittura quasi raddoppiate le richieste di tac e risonanze magnetiche.

Le tac sono passate da un totale di 251.450 del 2019 a 372.627 nel 2022, con una crescita del 48,19%: i maggiori incrementi si sono verificati per le tac di bacino e articolazioni sacro iliache (+60,92%), che però sono le meno richieste, e del torace (+54,83%), le più richieste, seguite da quelle dell’addome.

Ancora più forte è stato l’aumento delle richieste di risonanza magnetica, che sono passate dalle 279.789 del 2019 alle 437.275 del 2022, con un incremento del 56,29%. La parte del leone la fanno la risonanza della colonna e quella muscoloscheletrica, quelle a maggior rischio di inappropriatezza. Nonostante la Toscana, come certificato da Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), nel 2022 sia stata l’unica regione italiana a fare registrare volumi di visite, esami e interventi leggermente superiori rispetto a quelli del 2019, la domanda di prestazioni in costante crescita sta mettendo in grande difficoltà il sistema.

La delibera arriva proprio perché per alcune tipologie di prestazioni all’incremento esorbitante di richieste non è coinciso con modifiche dell’indicatore case-mix che consente di valutare il rapporto fra il peso medio della domanda toscana e il peso medio nella casistica standard nazionale.

Il trend di crescita quasi incontenibile della diagnostica per immagini richiede un cambio culturale. Incidono i cittadini che da soli si affidano a internet per interpretare i sintomi e poi chiedere al medico gli esami. Incide la medicina difensiva. Nella delibera si fanno due esempi sull’appropriatezza prescrittiva di risonanza magnetica muscoloscheletrica, quella maggiormente esposta al rischio. L’invito è a non abusarne soprattutto in pazienti anziani per verificare patologie artrosiche.

La delibera ribadisce l’importanza che gli specialisti prendano in carico i pazienti prescrivendo e prenotando direttamente gli esami senza rinviare dal medico di famiglia. Grande importanza riveste il completamento della ricetta con gli appropriati codici, anche riferiti alle priorità. Perché sono cresciute esponenzialmente le richieste in classe B (brevi), che prevedono l’erogazione entro 10 giorni.