
Enrico Rossi
Firenze, 14 novembre 2014 - Ha letto l’inchiesta de La Nazione e, prima di partire per Roma e partecipare alla conferenza delle Regioni che ha piantato paletti contro la manovra del Governo, ha postato su Facebook il suo anatema contro i premi ai dirigenti regionali. "Oggi a Roma - ha scritto il governatore della Toscana Enrico Rossi - chiederò che il Governo introduca nella legge di stabilità l’abolizione del premio per direttori e dirigenti. Le Regioni sono costrette a risparmiare ma le leggi nazionali ci costringono a spendere anche dove se ne potrebbe fare a meno. Ora basta!" .
Sono stati soprattutto gli incentivi da 16.500 euro all’anno a provocare la stizza del presidente. Perché sono stati erogati non solo ai 118 dirigenti regionali, ma anche ai 116 delle agenzie e all’esercito della sanità toscana. Per un ammontare che supererebbe di molto i 30 milioni di euro, se si mettono nel computo tutti i bonus al personale. " Questo premio di produttività ai dirigenti - ha spiegato Rossi a mente più fredda - risale a un altro mondo, quando c’era grasso per tutti. Noi applichiamo la legge, ma ogni volta che lo facciamo suscitiamo una legittima indignazione e una messa alla gogna dei dirigenti premiati. E’ un meccanismo insostenibile. Non è possibile che a uno stipendio già alto, da 100mila a 130 mila euro, si possa aggiungere un incentivo di 20mila euro. E’ vero che c’è un meccanismo di valutazione, che come Regione cerchiamo di fissare obiettivi da raggiungere. Ma quello che viene fuori è un premio che è uguale allo stipendio di un dipendente".
E’ il succo dell’inchiesta de La Nazione: sono le cifre a far arrabbiare, soldi uniti al fatto che sono "todos caballeros", che il merito è una costante, non una variabile da dirigente a dirigente. Non è un problema solo per la Regione. Anche i Comuni, per citare altre macchine pubbliche che regalano incentivi, fanno i conti con leggi e norme che producono stipendi dorati a una burocrazia di "semi mandarini".
"Non è accettabile - continua Enrico Rossi - in un Paese in cui in tante fabbriche vige un contratto di solidarietà che riduce gli stipendi al 70%, applicare moltiplicatori così alti. Il Governo potrebbe dare un grande segnale di giustizia sociale se bloccasse, in un colpo solo, l’intero meccanismo dei premi nella pubblica amministrazione. Mi aspetto che i Comuni abbiano la mia stessa reazione, visto che devono fare i conti con manovre pesanti". Per ora il Governo ha solo preso atto dell’anatema del presidente toscano.
"Ma io invierò la mia proposta a tutti i parlamentari. E prendo l’impegno che, da ora in poi, non approverò nessuna delibera che preveda premi per l’alta dirigenza, compresa quella sanitaria. Non parlo dei dirigenti medici, dottori assunti da poco, ma dei vertici dirigenziali. Non toccherò i premi ai dipendenti, ma a tutti quelli con stipendi attorno ai 100mila euro. Facciano pure ricorso, mi portino in tribunale, ma io farò questo da ora in poi".