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Referendum, i dati di Toscana, Umbria e La Spezia. Lo spoglio in diretta: cerca il tuo comune

L’affluenza nelle province alla chiusura dei seggi dopo il voto di domenica e lunedì sui cinque quesiti: niente quorum

Un seggio elettorale ad Arezzo (foto Cristini)

Un seggio elettorale ad Arezzo (foto Cristini)

Firenze, 9 giugno 2025 – Il quorum resta un miraggio, alla chiusura dei seggi dopo la seconda giornata di votazione per i cinque referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro.

I 61.591 seggi, in tutta Italia, erano ripartiti questa mattina alle 7 e si sono chiusi alle 15. Alla chiusura di domenica sera, alle 23 – secondo i dati ufficiali dal sito Eligendo del Viminale –l'affluenza registrata era del 22,73%, soglia ben lontana dal raggiungimento del quorum (la consultazione referendaria è valida se vi partecipa almeno il 50% + 1 degli aventi diritto). 

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In questa mappa interattiva si può cercare il proprio comune per conoscere l’affluenza e seguire lo spoglio, che viene comunque eseguito anche in caso di mancato raggiungimento del quorum.

Affluenza

In Toscana, quando sono arrivati i dati di quasi tutte le sezioni (3.926 su 3.927), l’affluenza è al 39,1%, nove punti sopra la media nazionale e prima in Italia (seconda è l’Emilia-Romagna con un punto percentuale in meno). In Umbria è il 31,2%, comunque sopra la media nazionale che si attesta al 30,3%. La Spezia e provincia sono intorno al 35%.

I dati sull’affluenza per provincia:

  • Arezzo: 34,4%
  • Firenze: 46%
  • Grosseto: 31,5%
  • Livorno: 40,7%
  • Lucca: 33,5%
  • Massa-Carrara: 33,3%
  • Pisa: 40,6%
  • Pistoia: 35,1%
  • Prato: 37,4%
  • Siena: 40,3%

Ci sono alcuni comuni dove il quorum è stato raggiunto. Si tratta ovviamente di una mera curiosità statistica. Per esempio il piccolo comune di Paciano (Perugia) dove ha votato il 51,4%. In Toscana Radicondoli (Siena), Monterotondo Marittimo (Grosseto), Pontassieve e Sesto Fiorentino (Firenze).

I risultati

A oltre due terzi dello scrutinio, in Toscana i quattro quesiti referendari sul tema del lavoro si attestano fra 88% e 89% di sì. Quello sulla cittadinanza intorno al 66% di sì.

In Umbria i questi su lavoro hanno fra 87 e 89% di sì, il quesito sulla cittadinanza il 63% di sì.

A La Spezia e provincia i temi dal lavoro fra 88 e 90% di sì, quello sulla cittadinanza 63% di sì.

Il primato toscano

Sul voto in Toscana questa mattina è intervenuto il presidente della Regione. In Toscana “il segnale è quello di una grande attenzione ai temi del lavoro e dell'integrazione”, è la “regione con più partecipazione e questo per me è un motivo di grande soddisfazione”, ha detto Eugenio Giani commentando i dati sull'affluenza alle urne che domenica sera vedevano la Toscana prima in Italia con circa il 30%, circa otto punti sopra rispetto alla media nazionale.

"A livello nazionale – prosegue Giani – andranno fatte le riflessioni del caso, sviluppando questi temi, al di là del referendum, sul piano dell'azione parlamentare. Io – sottolinea il presidente della Toscana – sono convinto che le questioni poste l'integrazione, il fatto che vi sia maggiore sicurezza, che si dia una bella botta a quelle misure del lavoro precario, insicuro e sottopagato, richiedono in Parlamento un'azione forte. E il fronte progressista - conclude - saprà andare in questa direzione”.

"Seppur rimanendo sotto il 50% degli aventi diritto al voto” per i referendum dell'8-9 giugno, “la Toscana la sua parte anche questa volta, i dati della Toscana sono nettamente migliori di quelli nazionali, ci dicono di una regione che su questi temi non ci si può voltare dall'altra parte, perché le questioni che riguardano la cittadinanza, le questioni che riguardano il lavoro sono centrali”, ha detto invece Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana ed esponente del Pd. “È evidente che oltre lo sguardo rispetto agli errori del passato, e come si può cambiare – ha proseguito – noi dobbiamo avere lo sguardo verso il futuro. I lavori cambiano: come pensare e offrire tutele ai lavoratori e alle lavoratrici, come costruire le condizioni per attirare nuovo lavoro, nuovo capitale, innovazione. La sfida è duplice: da un lato è quella dei diritti, dall'altro è quella di creare più opportunità”.

"Fare dei referendum delle battaglie sul passato, invece che guardare, oggi, ai bisogni delle aziende e dei lavoratori per il futuro, credo che sia stato un errore. E parla una che a votare c'è andata”, dice Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana ed esponente di Italia Viva. “Sono tra quella percentuale che al seggio c'è andata – ha detto – perché ritengo che comunque questo sia un segno di rispetto nei confronti della democrazia”. Parlando a margine di una conferenza stampa, Saccardi ha osservato che “se fosse passato il referendum costituzionale promosso da Renzi, probabilmente questi referendum non ci sarebbero stati, perché quella riforma costituzionale poneva dei limiti e delle barriere molto più alte; e sarebbe stato molto più facile raggiungere, con quella riforma costituzionale, il quorum che oggi è molto più difficile: chi oggi fa la battaglia per il quorum sono gli stessi che a suo tempo invece avevano fatto la battaglia contro una riforma costituzionale che quel quorum lì l'avrebbe abbassato e l'avrebbe reso più facile da raggiungere”.