Salvadori
Una delle regine della dance fine anni Settanta- Ottanta ora è una signora che vive in Sardegna e si esibisce in parecchie serate perché la sua musica non tramonta mai. E lei sottolinea felice: "Tanta gente che viene ai miei concerti ha 40-45 anni e quindi erano appena nati quando mi sono affermata. E’ una grande gioia per me". Amii Stewart, da Washington, ha trovato la sua America in Italia. E’ sempre stata al passo con i tempi. Anche adesso tanto che ha cambiato look: testa rasata e tatuata.
"Ero stanca della mia solita immagine. Mi sento libera, sono tornata ad essere Amii la donna che non deve rispondere a precisi canoni di bellezza. Questo mi fa stare bene".
La signora Stewart fa parte di quel gruppo di artisti che ha visto cambiare l’Italia, gli italiani e l’estate. L prima che ha vissuto da noi quella in cui ha fatto ballare tutti con "Knock on wood". Poi a seguire le altre in cui i suoi 21 album hanno fatto da colonna sonora.
"Vivevamo gli anni del boom economico – dice Amii - tutti andavamo a mille. Anche io facevo parte di un meccanismo dove dovevi esserci sempre: serate, programmi Tv, eventi. C’era il terrore che la gente si dimenticasse di te. Ora i ritmi sono ancora più forsennati ma almeno io sono nella condizione di poter selezionare. Non è necessario per me essere".
La cantante americana, che proponeva la dance di qualità ma duettava anche con Morandi in Grazie perché, vede adesso un panorama musicale italiano piuttosto sconfortante.
"Io non mi sento di giudicare questi giovani che si affacciano alla ribalta. Nel senso che il livello lo ascoltiamo tutti ma la colpa non è loro. E’ delle case discografiche, dei talent che hanno creato una macchina capace di creare ‘fenomeni’ che durano una sola stagione. Non c’è una volontà di continuare a imparare per migliorarsi. Appena vincono un talent li gettano nella mischia dei concerti. Questi ragazzi dovrebbero essere gestiti da persone che li fanno crescere, imponendo che vadano ancora a scuola per essere sempre più bravi".
Ma per Amii Stewart ci sono eccezioni virtuose. "A me piacciono molto Mengoni ed Emma e adoro Angelina Mango. Sono prodotti di questa macchina musicale recente ma si vede che si tratta di cantanti che una volta guadagnata la ribalta hanno continuato a lavorare per migliorarsi. Tanti altri non lo hanno fatto". Amii ha visto cambiare l’Italia dal suo osservatorio.
"Quando sono arrivata a fine anni Settanta non c’erano i problemi sociali di adesso. L’Italia è un Paese accogliente ma questa invasione di stranieri incattivisce tutti. Io rimpiango quelle estati di grande lavoro, dove tra noi artisti c’era grande rispetto e stima. Ricordo con grande affetto Pino Daniele che ascolto sempre volentieri e amo Cammariere, Giorgia, Gragnaniello e Jovanotti. Tutti questi hanno fatto o continuano a fare qualcosa di musicalmente mai banale, che ti resta dentro. Io ascolto anche tanta musica black perché le origini non si dimenticano. Nella mia Sardegna, guardando ogni giorno il mare, mi sento sempre in vacanza. A proposito, sarò a Livorno per Effetto Venezia".