
Una foto una storia Lo scatto di Augusto Mattioli riprende due grandi protagonisti della musica italiana in piazza del Campo
Si divertivano dietro le quinte a scambiarsi i ruoli: chi era l’orso e chi la scimmia? Era il 27 agosto 2010 e Lucio Dalla e Francesco De Gregori conquistarono una piazza non facile, avvezza in quegli anni a giudicare con un pizzico di snobismo i grandi che pestavano il palco della Città Aromatica. Ma non ci fu nulla da dire e la foto di Augusto Mattioli sottolinea il senso di questo magnifico connubio. E giocavano a non mostrarsi per quello che realmente sono. Facevano i personaggi, poi sul palco diventavano seri e snocciolavano due grandi repertori, con buona pace per le tante canzoni restate ingiustamente fuori. Ci sarebbe voluta l’intera notte e forse non sarebbe bastata.
Avevamo davanti uno dei sodalizi più importanti della musica italiana: meglio non pensarci. A distanza di ben 31 anni dal mitico ’Banana Republic’ volevano instaurare un’altra Repubblica. Il primo tour del 1979, oltre seicentomila persone, fu una vera e propria istituzione capace di riscrivere le regole della musica italiana. Nel 2010, ’Work in progress’ invece, ha rappresentato la chiusura di un cerchio. Una sfumatura inedita dell’orso impacciato, che sul palco come d’incanto si scioglie e si adatta al ritmo dell’amica scimmia, dando vita a qualcosa di unico. Se dovessi scegliere un brano che simboleggia l’unione, opterei per ’Nuvolari’, di Lucio Dalla, ma con il testo di un grande poeta, Roberto Roversi, dove Dalla si scatena nelle strofe e nel ritornello "pensante" De Gregori descrive l’ambiente e incanta.
Una canzone epica che più sul grande pilota mantovano racconta di un’Italia eroica e contadina, quasi il seguito in musica del Novecento di Bernardo Bertolucci. Raccontava nei camerini De Gregori: "Chi è l’orso e chi è la scimmia? I ruoli ce li scambiamo. L’orso che balla potrei più essere io, perché meno mobile sul palcoscenico. Lucio è una scimmia, in tutti i sensi, un po’ per la sua pelosità, un po’ per la sua vivacità!". Così il "Duemiladieci Work in Progress" stava invadendo l’Italia in quella estate, compresa la data fiorentina in piazza Santa Croce, piazza San Marco a Venezia e puntate all’estero come allo Stimmen Festival di Lorrach e il Sunset Festival di Zurigo. Con la sola differenza che la data di piazza del Campo era gratuita per i senesi e per tutti gli ospiti di agosto.