Papilloma virus, verso il nuovo vaccino: meno costoso, più efficace e facile da produrre

I risultati preclinici sono molto incoraggianti, permetterebbe di estendere la campagna vaccinale anche a quei Paesi che non possono permettersi il vaccino oggi in uso

Il gruppo di ricercatori del team Vaccibiome di TLS

Il gruppo di ricercatori del team Vaccibiome di TLS

Siena, 13 marzo 2024 - Pubblicato sulla rivista Vaccines nuovo studio sullo sviluppo di un vaccino contro il papilloma virus umano (Hpv) basato sull’utilizzo, come piattaforma vaccinale, di vescicole di membrana esterna batteriche.

Lo studio, parzialmente finanziato dal progetto Europeo Advanced ERC “Vaccibiome”, è il frutto della collaborazione tra la Fondazione Toscana Life Sciences, l’Università di Trento, la start-up BiOMViS e il German Cancer Research Center (DKFZ) diretto da Martin Müller.

Lo studio porta le firme di Silvia Tamburini, Yueru Zhang, Assunta Gagliardi, Gabriele Di Lascio, Elena Caproni, Mattia Benedet, Michele Tomasi, Riccardo Corbellari, Ilaria Zanella, Lorenzo Croia, Guido Grandi, Martin Müller e Alberto Grandi.

Lo studio e le fasi della ricerca. Il 90% delle donne e degli uomini sessualmente attivi entra in contatto con il papilloma virus durante la propria vita e questo può divenire la causa dell’insorgenza di diversi tipi di tumore dell’epitelio anogenitale come quello della cervice uterina, che ancora oggi causa migliaia di morti nel mondo ogni anno. Esistono più di 200 serotipi diversi in grado di infettare l’uomo e molti di questi sono direttamente correlati con un alto rischio di sviluppare tumori.

Proprio tale eterogeneità rende il papilloma virus estremamente difficile da combattere. I vaccini attualmente presenti sul mercato si basano sulla proteina più espressa del capside virale, ovvero la proteina L1; tuttavia, nonostante la loro dimostrata efficacia, sono serotipo- specifici e non garantiscono una cross-protezione efficace. Sono vaccini basati sulla combinazione dell’antigene L1 appartenente a diversi serotipi del virus nel tentativo di ampliarne lo spettro di protezione, ma essendo L1 poco conservata tra i vari membri della famiglia del virus, ad oggi molti ceppi tumore correlati restano scoperti dalla vaccinazione. I vaccini disponibili sono, inoltre, complessi dal punto di vista della produzione industriale e richiedono una specifica catena del freddo. Caratteristiche queste, che li rendono costosi e inaccessibili alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo.

Allo scopo di far fronte e superare queste limitazioni i ricercatori del team Vaccibiome hanno sviluppato un vaccino con un’alta risposta immunitaria, di maggiore semplicità nel processo produttivo, a costi limitati e con una certa stabilità. Queste caratteristiche andrebbero a colmare le lacune degli attuali vaccini.

“I risultati preclinici di questo vaccino rappresentano per noi un grande traguardo, merito come sempre di tutto il gruppo di ricercatori coinvolti nelle nostre attività - commenta Alberto Grandi, ricercatore del gruppo Vaccibiome di TLS e CSO di BiOMViS – Abbiamo avuto un’ulteriore conferma dell’efficacia della piattaforma che abbiamo sviluppato in questi anni. Stiamo cercando industrie farmaceutiche e investitori intenzionati ad avviare lo sviluppo clinico di questo nostro vaccino perché crediamo che le doti di alta cross-protezione, i costi irrisori e la non necessità di una catena del freddo per trasporto e stoccaggio lo rendano un prodotto ideale per una campagna vaccinale in quei Paesi dove l’HPV provoca ancora tanti morti ogni anno. Inoltre, crediamo che questo vaccino, utilizzato in combinazione con quelli attualmente in commercio, oltre che a consentirne una più facile registrazione, possa portare a un prodotto universale contro HPV ad ampio spettro di azione con caratteristiche uniche di efficacia”.