ILENIA PISTOLESI
Cronaca

C’è dell’oro sottoterra, sorpresa nell’ex miniera

Scoperta la presenza di materiali preziosi all’interno di un giacimento di rame. Il sito, nel Pisano, venne abbandonato ai primi del Novecento perché esaurito

Un operaio al lavoro nel cunicolo di una miniera d’oro

Un operaio al lavoro nel cunicolo di una miniera d’oro

Montecatini Valdicecina, 31 marzo 2024 – Le tracce della storia più recondita ancora sussurrano nel ventre della terra, in una miniera, a Montecatini Valdicecina (Pisa), che è stato il più imponente giacimento di rame nel XIX secolo. Ora, dai dimenticati oceani del Giurassico, i ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr hanno scoperto la presenza di selenio, tellurio e metalli preziosi, come l’oro e l’argento, con concentrazioni ben oltre la media terrestre nel sito della ex miniera, chiusa ai primi del ‘900.

Il giacimento, esaurito da tempo, si è formato 150 milioni di anni fa sul fondo di un oceano, per poi dislocarsi tettonicamente in mezzo alla catena appenninica. La ricerca offre nuove prospettive nell’individuazione di questi metalli, sia sui fondali oceanici che nelle catene montuose. In mezzo alle colline della Toscana centrale, quindi, c’è un frammento dell’oceano che, prima della formazione di Alpi e Appennino, separava la placca tettonica europea da quella africana. Già in epoca medievale, cambiata la scala degli scambi commerciali, questi piccoli giacimenti superficiali non erano più considerati di particolare interesse.

Tutto cambiò a metà del 1800, quando, la perseveranza di alcuni geologi e ingegneri minerari, portò alla scoperta, in profondità, del ricco giacimento di Montecatini Valdicecina. Si trattò, in gergo minerario, di una vera e propria "bonanza" con minerali ad altissimo contenuto di rame (calcopirite, bornite e calcocite) concentrati in un volume relativamente piccolo. In poco più di 50 anni furono prodotte circa 50000 tonnellate di rame e la miniera fu considerata una delle più remunerative imprese minerarie in Europa.

Non a caso da questa esperienza nacque la più grande società mineraria e chimica italiana: la Montecatini Spa., che poi si trasformò in Montedison.

E i ricercatori del Cnr, oltre al rame, hanno certificato che le miniere contengono una notevole quantità di selenio, tellurio, oro e argento, con concentrazioni fino a 100.000 volte i valori medi della crosta terrestre. La miniera è ora un museo, con percorsi e gallerie principali che raggiungono fino a oltre ottanta metri sotto terra.