NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

L’Amore oltre i confini: Sillah e Amie, matrimonio in videochiamata su WhatsApp fra la Maremma e il Gambia

Lui arrivò sull’Amiata 5 anni fa scappando dall’Africa su un barcone. Fa l’operaio agricolo. Ha sposato una ragazza del suo Paese con una cerimonia celebrata sugli smartphone

Il matrimonio tra Sillah e Amie è stato celebrato con una videochiamata su WhatsApp

Il matrimonio tra Sillah e Amie è stato celebrato con una videochiamata su WhatsApp

Grosseto, 6 marzo 2024 – La storia di Sillah e Amie è in primo luogo una storia d’amore, ma se guardata da altri punti di vista è anche un bell’esempio di integrazione. I due ragazzi sono stati protagonisti di un matrimonio in videochiamata: Sillah a Montegiovi, paesino sul versante grossetano del monte Amiata; Amie invece a Serrekunda, in Gambia, suo Paese di origine. Ma riavvolgiamo il nastro.

Sillah a dicembre compirà 30 anni e all’età di 18 decise di lasciare il Gambia per andare alla ricerca di una seconda vita. Per farlo ha rischiato tutto, anche la vita. Dopo una difficile traversata del deserto è riuscito a raggiungere la Libia; qui ha lavorato a lungo per mettere da parte la somma di denaro che gli scafisti gli hanno chiesto per farlo salire su uno dei tanti barconi. Non parla bene l’italiano, ha un buon inglese. "Non parla volentieri della Libia. Credo sia stata un’esperienza disumana", racconta Samuele Pii, un cittadino di Montegiovi che ha fatto da mediatore tra La Nazione e il giovane.

Aver raggiunto le coste italiane per Sillah è stato come rinascere. Non si sa se il suo obiettivo era raggiungere altri Paesi europei, quello che invece è certo che in un borgo di montagna ha trovato una comunità che lo ha accolto come un figlio. Dopo aver vissuto in due diversi centri di accoglienza grossetani, Sillah è riuscito a trovare lavoro nell’azienda agricola La Dragona, ai piedi dell’Amiata. "Qui abbiamo olivi, una vigna e un agriturismo – spiega il titolare, Andrea Vallini –. Sillah è stato inserito 5 anni fa con un progetto d’integrazione della Regione".

Per nove mesi il giovane ha lavorato al fianco di un altro operaio che gli ha insegnato il mestiere. Così Sillah si è fatto strada nell’azienda riuscendo contemporaneamente a rinnovare il suo permesso di soggiorno in Italia. Dopo alcune peripezie, dall’anno scorso ha anche un’abitazione in affitto. "In attesa che trovasse casa – racconta Vallini – Sillah è stato mio ospite. Oggi mi chiama padre e per me ogni volta è un’emozione".

In un angolo sperduto di Toscana questo giovane gambiano ha trovato insomma la sua seconda casa, senza però smarrire le sue origini. "Ogni anno – prosegue il suo datore di lavoro – a dicembre e gennaio, nei mesi in cui c’è meno lavoro, Sillah torna dalla sua famiglia". Il viaggio di un anno fa è stato speciale perché un giorno in un supermercato di Serrekunda ha incontrato Amie, quella che oggi è l’amore della sua vita.

Domenica i due giovani si sono sposati, con rito religioso musulmano. Lo hanno fatto tramite una videochiamata su Whatsapp e alla presenza delle istituzioni locali. Sillah con un microfono in mano ha guardato negli occhi la sua Amie vestita da sposa al di là dello schermo e gli ha dichiarato tutto il suo amore. Lei ha fatto lo stesso. E in questo giorno così speciale la comunità non poteva mancare. Oltre 50 cittadini hanno partecipato al rito, hanno ascoltato in silenzio e con rispetto le parole dei due giovani ragazzi africani.

Gli abitanti di Montegiovi gli hanno donato una somma di denaro che Sillah userà per raggiungere sua moglie. Il giorno dopo il matrimonio, nella chat di Whatsapp della comunità di Montegiovi, Sillah ha scritto: "Ciao gente di Montegiovi, ringrazio tutti voi che avete partecipato al matrimonio rendendolo colorato, divertente, gioioso e felice. Ho visto il contributo che mi avete dato, mi ha davvero toccato profondamente il cuore".