
PIERFRANCESCO DE ROBERTIS
Firenze, 24 febbraio 2016 - Caro direttore, ho notato che sia La Nazione sia la stampa italiana hanno dato grande enfasi alle vicende relative al calciatore Francesco Totti, al suo addio alla Roma o al calcio. Credo che esistano problemi più importanti. Avrei capito se si fosse trattato di un giornale romano, ma a quanto mi risulta La Nazione non lo è.
Rossano Mastai, Empoli
Caro Mastai, il "caso Totti" che tanto spazio ha catturato nei mezzi di informazione di tutta Italia (anzi, direi di tutto il mondo) è stato solo uno spunto per una riflessione sull’eterno tema dell’uscita di scena di un campione, di un uomo (o una donna) di successo, che arrivato(a) al termine dell’attività che l’ha reso famoso(a) si trova costretto a tirare i remi in barca. Quando staccare la spina? Aspettare che siano gli altri a suggerirti il momento, magari in malo modo, oppure anticipare tutti e togliersi elegantemente di scena? Il tempismo dell’abbandono è un dono che non molti nella storia hanno saputo esercitare, che siano stati attori, cantanti, sportivi, politici, perché quando si è sul ponte di comando della barca non è facile comprendere che la barca è arrivata in porto, e qualcun altro meglio di te può prenderne il timone. E’ la nostra natura che spesso ci espone a brutte, ingloriose e immeritate figure. Come questa di Francesco Totti.
Twitter @pierderobertis